ATTENZIONE! La funzione “cerca” sarà disponibile a breve

Il lavoro è un’attività remunerata che consente alle persone di guadagnare un reddito e di contribuire al benessere della società. In Italia è regolato dalla legge ed è considerato un diritto fondamentale, previsto nell’artico 4 della Costituzione, che è la legge basilare italiana. Questo significa che ognuno è invitato a contribuire al benessere generale o con un’attività economica (manuale o intellettuale, dipendente o autonoma) o svolgendo una funzione avente valore sociale o culturale. Le istituzioni italiane promuovono e finanziano inoltre interventi per favore l’occupazione.

Le persone straniere che vivono in Italia con un permesso di soggiorno adeguato godono dei diritti legati al lavoro: tutela della salute e sicurezza sul lavoro; pari opportunità tra uomo e donna; tutela contro ogni forma di discriminazione; diritto ad un compenso equo e proporzionato; diritto a conciliare la vita lavorativa e familiare; diritto al riposo e diritto di aderire (o non aderire) a un sindacato.

Quando si cerca e si ottiene un lavoro è importante conoscere le principali regole e i servizi dedicati alle persone che lavorano.

DOMANDA

RISPOSTA

Cos’è la sicurezza sul lavoro?

 

La sicurezza sul lavoro è l’insieme di tutte le regole e gli strumenti per rendere più sicuri i posti di lavoro. La sicurezza sul lavoro nasce per prevenire (evitare che si verifichi un evento dannoso) e proteggere (limitare le conseguenze) di eventi dannosi che possono verificare negli ambienti di lavoro, come gli incidenti e infortuni per i lavoratori, la nascita o lo sviluppo di malattie professionali.

Quali sono le misure di sicurezza sul lavoro che devo seguire?

Dipende dal lavoro svolto, ma potrebbero includere l’uso di equipaggiamento di protezione individuale, come ad esempio scarpe, casco, guanti, ecc.; il rispetto delle norme di sicurezza nei comportamenti e nel modo di utilizzare macchine e attrezzi di lavoro, ecc.

Come posso prevenire gli infortuni sul lavoro?

 

È importante seguire le norme di sicurezza e di igiene, fare attenzione a eventuali situazioni pericolose, seguire la formazione sulla sicurezza sul lavoro e utilizzare l’equipaggiamento di protezione individuale appropriato. Inoltre, è importante segnalare qualsiasi situazione pericolosa o insolita.

Cosa devo fare se noto una situazione pericolosa sul lavoro?

È importante segnalare immediatamente qualsiasi situazione pericolosa al datore di lavoro o al responsabile della sicurezza sul lavoro. Ignorare i rischi può esporre a problemi seri la tua salute e quella degli altri.

Quante ore al giorno si può lavorare?

 

Generalmente l’orario di lavoro a tempo pieno è 40 ore settimanali, ma dipende dai contratti collettivi di lavoro, a livello nazionale o settoriale. Nei contratti è previsto anche il lavoro straordinario (ore lavorative aggiuntive), ma deve essere contenuto.
Il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore e a un periodo di riposo di almeno 24 ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica, ogni sette giorni.
Le ferie annuali retribuite devono avere durata di almeno quattro settimane e sono irrinunciabili.

Cosa devo fare se subisco molestie o discriminazioni sul posto di lavoro?

È importante segnalare immediatamente qualsiasi forma di molestia o discriminazione al datore di lavoro o al responsabile della sicurezza sul lavoro. In caso di violazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici esistono organizzazioni e autorità competenti a cui rivolgersi. In particolare, per le donne vittime di stalking, molestie e violenza – non soltanto sul posto di lavoro – si può chiamare il numero verde gratuito nazionale 1522 con assoluta garanzia di anonimato e che potrà segnalarti l’associazione a te più vicina alla quale rivolgerti per chiedere per aiuto e sostegno.

Cosa è lo sfruttamento lavorativo?

Secondo la legislazione italiana si verifica lo sfruttamento lavorativo quando nello svolgimento dell’attività lavorativa ricorrono alcune caratteristiche, come:
▪ il pagamento dei salari è inferiore agli standard nazionali e sproporzionato rispetto alle ore lavorate;
▪ gli orari di lavoro sono ripetutamente prolungati o sono negati il riposo settimanale, le ferie annuali retribuite e/o le assenze per malattia retribuite;
▪ le regole per la sicurezza e la salute sul posto di lavoro sono violate sistematicamente;
▪ la sorveglianza del lavoratore viene svolta con metodi degradanti.

Non sempre i lavoratori sfruttati sono consapevoli della condizione in cui si trovano.

A chi posso rivolgermi per capire se sono in una condizione di sfruttamento lavorativo?

 

Esiste una fitta rete di supporto, informazione (anche con opuscoli informativi dedicati plurilingue) e orientamento su tutto il territorio nazionale. È possibile telefonare gratuitamente e in forma anonima (senza dover dichiarare il proprio nome) al numero verde nazionale 800290290; oppure rivolgersi ai sindacati, alle associazioni di categoria, ai servizi territoriali del Comune di residenza, oltre che alle associazioni che offrono assistenza alle persone straniere.

È obbligatorio denunciare un infortunio sul lavoro o una malattia professionale?

Sì. In caso di infortunio sul lavoro il lavoratore deve:
▪ informare immediatamente il proprio datore di lavoro di qualsiasi infortunio gli sia capitato, anche se di lieve entità, altrimenti perde il diritto all’indennità per i giorni precedenti a quello in cui il datore di lavoro ha avuto notizia dell’infortunio;
▪ comunicare subito al datore di lavoro i riferimenti del primo certificato medico (numero identificativo, data di rilascio ed eventuale periodo di prognosi) e dei certificati successivi.

In caso di malattia professionale deve:
▪ denunciare la malattia professionale al proprio datore di lavoro entro 15 giorni dalla manifestazione della malattia, altrimenti perde il diritto all’indennizzo per il tempo precedente la denuncia;
▪ comunicare al datore di lavoro i riferimenti del primo certificato medico (numero identificativo, data di rilascio) e dei certificati successivi.

In caso di incidente sul lavoro, quali sono i diritti del lavoratore?

I lavoratori hanno il diritto di ricevere assistenza medica immediata e di essere indennizzati in caso di infortunio o malattia professionale. Il datore di lavoro è responsabile della sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro e deve fornire un ambiente di lavoro sicuro.

Se volessi saperne di più in materia di tutela del lavoro e diritti del lavoratore, a chi mi rivolgo?

Il rapporto tra datori di lavoro e lavoratori (dipendenti) è regolato da una serie di norme giuridiche che garantiscono a ciascuna delle parti i propri diritti, ma stabiliscono anche i rispettivi doveri. Se un lavoratore ritiene che il datore di lavoro non rispetti i suoi diritti contrattuali e sindacali può rivolgersi a un’organizzazione sindacale o a un avvocato per far cessare tale situazione ed eventualmente ottenere un risarcimento del danno subìto. In entrambi i casi, viene dapprima tentata la via della conciliazione (una forma di accordo reciprocamente soddisfacente tra le parti). Se la conciliazione risulta impraticabile, il lavoratore dinanzi al giudice del lavoro, che dovrà risolvere la vertenza.

Che differenza c’è fra Sindacato, Patronato e CAF (Centro di Assistenza Fiscale)?

 

Patronato, CAF e sindacati sono enti che aiutano lavoratori e inoccupati (persone che non lavorano) nella gestione di pratiche inerenti al rapporto di lavoro, previdenziali e fiscali, ma hanno funzioni diverse.

Il sindacato è un’associazione che rappresenta e tutela i diritti dei lavoratori. L’articolo 39 della Costituzione sancisce il diritto di costituire associazioni sindacali, di potervi aderire e di poter svolgere l’attività sindacale. Le sue funzioni principali riguardano la stesura ed il rinnovo dei contratti collettivi nazionali e la proposta delle richieste dei lavoratori al datore di lavoro, al governo e alle istituzioni nazionali e locali. Offre dei servizi di assistenza e consulenza di tipo fiscale, previdenziale ed amministrativa. Può assistere il lavoratore nei casi di controversie con il datore di lavoro, attraverso il controllo della correttezza della busta paga e, in generale, di tutti i documenti che riguardano il rapporto di lavoro.

Il patronato è un ente, riconosciuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che presta assistenza e tutela a lavoratori, pensionati e, in generale a tutti i cittadini presenti sul territorio nazionale, nelle pratiche previdenziali e di pensione. È un ente senza fini di lucro e offre in modo gratuito diversi servizi.

Dal 1° gennaio 2018 alcuni servizi (come la richiesta ed il rinnovo del permesso di soggiorno per i lavoratori stranieri di Paesi terzi, o il ricongiungimento familiare) sono diventati a pagamento.

I Centri di Assistenza Fiscale-CAF sono le organizzazioni che si occupano di supportare i lavoratori e tutti i cittadini interessati negli adempimenti fiscali, in particolare la compilazione e la trasmissione telematica di documenti quali: modelli 730; dichiarazioni fiscali di qualsiasi tipo; modelli Red; modelli ISEE, ecc.

Come per il patronato vi sono prestazioni gratuite e a pagamento.

Orientamento / Aiuto alla ricerca di lavoro: servizi disponibili in Italia

DOMANDA

RISPOSTA

Quali sono le opportunità di lavoro per le persone migranti o rifugiate in Italia?

A prescindere dalla cittadinanza, le opportunità dipendono dalle qualifiche professionali e dalle esperienze maturate dalla persona che cerca lavoro rispetto alla domanda dei datori di lavoro italiani. È utile informarsi, scegliere il settore in cui cercare lavoro, attivarsi per dotarsi dei requisiti necessari e per farsi aiutare a trovare una occupazione.

È facile trovare lavoro in Italia?

È importante sapere che cercare lavoro è un lavoro, cioè un impegno a cui dovrai dedicare attenzione, perché

▪ Non sarà mai un lavoro a cercarti;
▪ La ricerca di un lavoro è innanzitutto un atto di volontà;
▪ È necessario che TU dedichi tempo alla ricerca del lavoro;
▪ Nessuna pista è da scartare a priori;
▪ Cercare un lavoro può anche significare incontrare una serie di insuccessi;
▪ La ricerca è più efficace se sono chiari i tuoi obiettivi (quantitativi e qualitativi).

Come cittadino straniero quali documenti mi servono per lavorare in Italia?

Puoi lavorare se hai

▪ un permesso di soggiorno valido che ti autorizza direttamente  a svolgere un’attività lavorativa o che si può convertire in un permesso per motivi di lavoro (sono esclusi, ad esempio, i  permessi per motivi di affari o giustizia, o  dopo l’ ingresso in Italia con visto per turismo);
▪ il codice fiscale;
▪ l’iscrizione al SSN e la tessera sanitaria o comunque un’assicurazione sanitaria;
▪ per diverse professioni, avrai anche bisogno di dimostrare la tua formazione, per esempio con il certificato di qualifica professionale.

Posso lavorare e studiare contemporaneamente?

Se sei studente in un percorso di studio o formazione e hai un permesso di soggiorno per motivi di studio puoi svolgere un’attività lavorativa subordinata per massimo 20 ore settimanali e comunque non oltre 1.040 ore ogni anno.

Posso lavorare come libero professionista in Italia se ho conseguito il mio titolo professionale all’estero?

Forse hai un titolo professionale, cioè hai ottenuto il diritto di esercitare una professione regolamentata (ostetrica, chirurga, insegnate di matematica, ingegnere, agronoma, avvocata, ecc.) nel Paese che ti ha rilasciato questo titolo. In Italia le professioni si dividono in due categorie: professioni non-regolamentate dalla legge e professioni regolamentate dalla legge.

Per poter esercitare legalmente la tua professione, devi ottenerne il riconoscimento del tuo titolo professionale estero dalla competente autorità italiana. La legge stabilisce per ogni professione regolamentata il titolo di studio necessario, i requisiti di addestramento alla pratica della professione (per esempio tirocinio e/o esame di Stato per l’abilitazione professionale), le norme di deontologia professionale.

L’elenco delle professioni regolamentate e i rispettivi Ministeri/Autorità che possono procedere al riconoscimento del titolo professionale da esercitare in Italia.

Il CIMEA non è competente per questo tipo di procedure.

Quanto è importante la conoscenza dell’italiano per lavorare in Italia?

I requisiti linguistici richiesti per lavorare in Italia dipendono dal lavoro che si desidera svolgere e dal datore di lavoro. In alcuni settori lavorativi e per ottenere il permesso di soggiorno come soggiornante di lungo periodo in Italia, è richiesto di certificare la conoscenza della lingua italiana, corrispondente al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue approvato dal Consiglio d’Europa.

Puoi dimostrare la tua conoscenza della lingua italiana di livello A2, in vari modi:
▪ con una certificazione di conoscenza dell’Italiano di livello A2 rilasciata da uno dei 5 Enti Certificatori riconosciuti (Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena, Università degli Studi Roma Tre, Società Dante Alighieri, Università per stranieri «Dante Alighieri» di Reggio Calabria);
▪ con un titolo di studio conseguito in Italia (titolo di studio conclusivo del primo ciclo conclusivo del primo ciclo o del secondo ciclo d’istruzione; laurea universitaria);
▪ dimostrando che stai frequentando un corso di studi in un’Università italiana legalmente riconosciuta, un dottorato o un master universitario;
▪ frequentando o dimostrando di aver frequentato un corso di Italiano presso un CPIA (Centro Provinciali per l’Istruzione degli Adulti), al termine del quale venga rilasciato un titolo che attesti la conoscenza della lingua italiana a un livello non inferiore ad A2 del QCER.

Le modalità di svolgimento del test di italiano sono descritte nel Decreto 7 dicembre 2021.

Qual è la prima azione da fare, se ho già i requisiti e i documenti e voglio cercare lavoro?

Se non conosci ancora alcuna opportunità concreta di lavoro, è consigliabile

  1. Iscriverti al Centro Per l’Impiego più vicino alla tua residenza;
  2. Chiedere supporto per presentare la Dichiarazione di Immediata Disponibilità (DID) al lavoro;
  3. Sottoscrivere il Patto di Servizio stabilito per legge.

Inizierai un percorso in cui dovrai attivarti con azioni concrete (informarti sul mondo del lavoro e le opportunità di impiego, sui percorsi formativi gratuiti per migliorare il tuo inserimento lavorativo, preparare il tuo CV, partecipare alle preselezioni presso aziende private, ecc.). Tutti coloro che dichiarano il proprio stato di disoccupazione con la DID sono tenuti per legge a svolgere le misure di politica attiva (per esempio formazione professionale, tirocini, preselezione) previste per loro dal Centro per l’impiego.

Enti che aiutano a trovare lavoro

DOMANDA

RISPOSTA

Quali servizi aiutano a cercare lavoro in Italia?

Esistono diversi servizi che svolgono attività di orientamento e di supporto alla ricerca attiva del lavoro dei migranti e cittadini italiani, sia pubblici che privati autorizzati. Ti segnaliamo, ad esempio:

Centri Per l’Impiego sono strutture pubbliche coordinate dalle Regioni e diffusi su tutto il territorio
Agenzie per il lavoro che sono operatori privati autorizzati dalle istituzioni a offrire i servizi di incontro tra domanda e offerta di lavoro

Per trovare gli sportelli più vicini a te puoi cercare qui.

▪ Puoi rivolgerti ad una delle associazioni e ONG (Organizzazioni Non Governative) che svolgono assistenza e orientamento a migranti e rifugiati del tuo territorio
▪ Puoi consultare alcuni siti web dedicati al lavoro come Mygrants, Welcome in one click.

Tutti questi servizi sono gratuiti per la persona che cerca lavoro.

Esistono in Italia programmi di aiuto all’inserimento lavorativo aperti a persone migranti o rifugiate?

Sì, esistono programmi di politica attiva per il lavoro, che offrono percorsi guidati per entrare o rientrare nel mondo del lavoro anche per stranieri residenti in Italia con permesso di soggiorno adeguato, perché considerati lavoratori come gli altri. Attualmente è possibile, fra l’altro, accedere al programma GOL – Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori.

Per giovani tra i 15 e i 29 anni di età che non studiano e non lavorano (NEET – Not Engaged in Education, Employment or Training) è possibile, fra l’altro, accedere al programma Garanzia Giovani.

Nelle Regioni Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia sono previste ulteriori azioni di contrasto alla disoccupazione giovanile, rivolte non soltanto ai NEET, ma anche agli altri giovani disoccupati residenti in queste Regioni e con età fino a 35 anni.

Quali organizzazioni o associazioni si occupano di supportare migranti e richiedenti asilo in Italia?

Esistono moltissime organizzazioni e associazioni grandi e piccole, nazionali o locali che supportano i percorsi verso l’autonomia di migranti e rifugiati. Esiste anche un Registro delle associazioni che svolgono attività a favore degli immigrati registrate presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Ci sono programmi di inserimento lavorativo dedicati ai richiedenti asilo in Italia?

Sì, in Italia esistono programmi di inserimento lavorativo specifici per i migranti. Puoi rivolgerti a organizzazioni dello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) o associazioni locali per ottenere informazioni su tali programmi.

Principali tipologie dei contratti di lavoro

DOMANDA

RISPOSTA

Quali sono i tipi di contratti di lavoro più comuni in Italia?

I principali contratti di lavoro sono:

Lavoro subordinato caratterizzato da una “subordinazione” del lavoratore che, in cambio della retribuzione, si impegna a prestare il proprio lavoro alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro. Può essere di vari tipi:
Contratto di lavoro a tempo indeterminato, che non prevede una scadenza;
Contratto di lavoro a tempo determinato, che prevede una durata stabilita;
Contratto di lavoro a tempo parziale, che può essere a tempo determinato o indeterminato, ma prevede un orario di lavoro ridotto o part-time;
Apprendistato, in cui c’è lo scambio tra prestazione lavorativa e retribuzione ma si aggiunge l’obbligo del datore di lavoro a fare formazione professionale al lavoratore;
Contratto di lavoro intermittente, nei casi -stabiliti dalle leggi- in cui il datore di lavoro può utilizzare la prestazione lavorativa in modo discontinuo o intermittente in periodi predeterminati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno;
Contratto di somministrazione, nei casi in cui un’agenzia autorizzata fornisce (somministra) un lavoratore (somministrato) ad un soggetto (utilizzatore) presso cui il lavoratore somministrato presta l’attività.

Lavoro parasubordinato che indica un tipo di lavoro con caratteristiche intermedie tra quelle del lavoro subordinato e quelle del lavoro autonomo. Sono forme di collaborazione svolte per un tempo continuato e coordinate con la struttura del datore di lavoro, ma senza il vincolo di subordinazione. In particolare:
Contratto di lavoro a progetto (abrogato dal 25 giugno 2015 ai sensi dell’art. 52 del Decreto legislativo 81/2015);
Collaborazioni coordinate e continuative (dette comunemente co.co.co).

Lavoro autonomo che è svolto da chi svolge un’attività in proprio e senza vincolo di subordinazione per un committente e riceve un corrispettivo (pagamento). In particolare si parla di:
▪ Contratto di collaborazione professionale con Partita IVA
Prestazioni occasionali, per le attività lavorative che in 1 anno (fra 1° gennaio e 31 dicembre di ogni anno) un lavoratore (prestatore) svolge con la totalità dei committenti (utilizzatori). Il totale di compensi ricevuti dal lavoratore/prestatore non può superare 5.000 euro all’anno.

Cosa significa contratto di lavoro intermittente?

Nell’ambito del contratto di lavoro subordinato, un contratto di lavoro intermittente è caratterizzato da una prestazione lavorativa svolta in modo discontinuo nel tempo, in base alle effettive necessità dell’azienda. Il lavoratore viene chiamato a prestare servizio solo quando richiesto, senza un impegno continuativo. Questo tipo di contratto è regolamentato da specifiche normative e requisiti.

Quali sono le peculiarità del contratto di lavoro “co.co.co”?

Nell’ambito del lavoro parasubordinato, il contratto di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa è un tipo di contratto che offre maggiore autonomia al lavoratore, ma ha una limitata copertura previdenziale e assistenziale. Viene utilizzato per prestazioni occasionali, coordinabili e continuative, ma non stabilisce un rapporto di subordinazione.

Quali sono i requisiti per ottenere un contratto di lavoro stagionale in Italia?

Dipende se il lavoratore straniero (1) è già presente in Italia con un permesso di soggiorno autorizzato al lavoro oppure (2) si trova ancora nel Paese di origine/provenienza e vuole venire in Italia per lavorare su base stagionale.

(1) Per ottenere un contratto di lavoro stagionale in Italia, è necessario avere un permesso di soggiorno valido che consenta l’accesso al lavoro/autorizzazione al lavoro, oltre a soddisfare i requisiti specifici dell’azienda che cerca personale stagionale. Solitamente, questo tipo di contratto è offerto in settori come il turismo, l’agricoltura o l’industria alberghiera durante specifici periodi di maggiore intensità dell’attività. È regolato dalle norme contratto stagionale.

(2) Il Testo unico sull’immigrazione prevede l’ingresso di cittadini extra UE in Italia nel rispetto delle quote stabilite (cioè numeri di lavoratori che possono essere autorizzati ad entrare) dal Decreto Flussi pubblicato ogni anno per motivi di lavoro subordinato anche a carattere stagionale nei settori agricolo e turistico/alberghiero (art. 24 del T.U.) e di lavoro autonomo. In base ad una specifica procedura telematica i datori di lavoro (o le associazioni di categoria, per conto dei loro associati che intendono instaurare in Italia un rapporto di lavoro con un cittadino extra UE, devono presentare richiesta nominativa allo Sportello unico per l’immigrazione della Provincia di residenza (art. 22 del T.U.).

Lo Sportello unico per l’immigrazione rilascia il nulla osta al lavoro stagionale che può essere anche per più anni (pluriennale), per la durata corrispondente a quella del lavoro stagionale richiesto, per consentire al lavoratore che si trova ancora all’estero di richiedere il relativo visto di ingresso all’Ambasciata italiana nel Paese di origine/provenienza; una volta ottenuto il visto “per lavoro stagionale”, lo straniero arriverà in Italia e formalizzerà la richiesta del permesso di soggiorno per lavoro stagionale attraverso la procedura postale prevista.

L’autorizzazione al lavoro stagionale può avere una validità minima di 20 giorni e massima di  9 mesi, anche nel caso di più lavori di breve periodo da svolgere presso diversi datori di lavoro.

Qualora se ne verifichino le condizioni, il lavoratore stagionale può convertire questo tipo di permesso in uno per lavoro subordinato, a tempo determinato o indeterminato.

Quali sono i vantaggi di un contratto di lavoro part-time in Italia?

Il contratto di lavoro part-time è una forma di occupazione più flessibile: il dipendente può lavorare tutti i giorni per un orario ridotto rispetto all’orario normale giornaliero; oppure lavora a tempo pieno, soltanto alcuni giorni della settimana, del mese o dell’anno; oppure può lavorare con una combinazione delle due opzioni. Questo può consentire una migliore organizzazione della propria vita personale, conciliare il lavoro con altre responsabilità o interessi, ma comporta una retribuzione più bassa rispetto al lavoro a tempo pieno.

Come posso ottenere un contratto di lavoro a tempo determinato in Italia?

Per avere un contratto di lavoro a tempo determinato (che indica la scadenza del contratto) è necessario che il datore di lavoro abbia un motivo giustificato per assumere un lavoratore per un periodo specifico. Il contratto deve indicare la durata precisa e le condizioni di lavoro. Spesso i contratti a tempo determinato vengono utilizzati per sostituire temporaneamente personale assente o per gestire picchi di attività.

Cosa significa essere un libero professionista in Italia?

Il libero professionista è chi esercita una professione intellettuale o liberale (avvocato, ingegnere, medico, ecc.) come attività economica primaria. I liberi professionisti forniscono beni e servizi a varie organizzazioni e aziende. Di solito lavorano con contratti a breve termine, ma possono anche lavorare a lungo termine. Lavorano per o con questi clienti (privati cittadini, aziende, ecc.) offrendo i loro servizi a pagamento. In genere questi esperti lavorano per più clienti e su più progetti contemporaneamente, a seconda dei loro impegni e della competenza o reputazione.

Cosa significa essere un lavoratore autonomo?

È una persona che svolge il suo lavoro in modo lavoro indipendente, non subordinato ed esercitato con Partita IVA. Il lavoratore autonomo è responsabile del proprio lavoro, fattura ai propri clienti e deve gestire le proprie tasse e i contributi previdenziali. Concentra gli sforzi sulla creazione di un’azienda o di un marchio ed è spesso proprietario di un’organizzazione con una struttura operativa, anche molto piccola di collaboratori. Solitamente crea un marchio che cerca di costruire e commercializzare. Si concentra quindi sulla promozione di relazioni professionali favorevoli con i clienti ed eventuali dipendenti per raggiungere gli obiettivi prefissati.

ATTENZIONE! La funzione “cerca” sarà disponibile a breve

Il lavoro è un’attività remunerata che consente alle persone di guadagnare un reddito e di contribuire al benessere della società. In Italia è regolato dalla legge ed è considerato un diritto fondamentale, previsto nell’artico 4 della Costituzione, che è la legge basilare italiana. Questo significa che ognuno è invitato a contribuire al benessere generale o con un’attività economica (manuale o intellettuale, dipendente o autonoma) o svolgendo una funzione avente valore sociale o culturale. Le istituzioni italiane promuovono e finanziano inoltre interventi per favore l’occupazione.

Le persone straniere che vivono in Italia con un permesso di soggiorno adeguato godono dei diritti legati al lavoro: tutela della salute e sicurezza sul lavoro; pari opportunità tra uomo e donna; tutela contro ogni forma di discriminazione; diritto ad un compenso equo e proporzionato; diritto a conciliare la vita lavorativa e familiare; diritto al riposo e diritto di aderire (o non aderire) a un sindacato.

Quando si cerca e si ottiene un lavoro è importante conoscere le principali regole e i servizi dedicati alle persone che lavorano.

DOMANDA

RISPOSTA

Cos’è la sicurezza sul lavoro?

 

La sicurezza sul lavoro è l’insieme di tutte le regole e gli strumenti per rendere più sicuri i posti di lavoro. La sicurezza sul lavoro nasce per prevenire (evitare che si verifichi un evento dannoso) e proteggere (limitare le conseguenze) di eventi dannosi che possono verificare negli ambienti di lavoro, come gli incidenti e infortuni per i lavoratori, la nascita o lo sviluppo di malattie professionali.

Quali sono le misure di sicurezza sul lavoro che devo seguire?

Dipende dal lavoro svolto, ma potrebbero includere l’uso di equipaggiamento di protezione individuale, come ad esempio scarpe, casco, guanti, ecc.; il rispetto delle norme di sicurezza nei comportamenti e nel modo di utilizzare macchine e attrezzi di lavoro, ecc.

Come posso prevenire gli infortuni sul lavoro?

 

È importante seguire le norme di sicurezza e di igiene, fare attenzione a eventuali situazioni pericolose, seguire la formazione sulla sicurezza sul lavoro e utilizzare l’equipaggiamento di protezione individuale appropriato. Inoltre, è importante segnalare qualsiasi situazione pericolosa o insolita.

Cosa devo fare se noto una situazione pericolosa sul lavoro?

È importante segnalare immediatamente qualsiasi situazione pericolosa al datore di lavoro o al responsabile della sicurezza sul lavoro. Ignorare i rischi può esporre a problemi seri la tua salute e quella degli altri.

Quante ore al giorno si può lavorare?

 

Generalmente l’orario di lavoro a tempo pieno è 40 ore settimanali, ma dipende dai contratti collettivi di lavoro, a livello nazionale o settoriale. Nei contratti è previsto anche il lavoro straordinario (ore lavorative aggiuntive), ma deve essere contenuto.
Il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore e a un periodo di riposo di almeno 24 ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica, ogni sette giorni.
Le ferie annuali retribuite devono avere durata di almeno quattro settimane e sono irrinunciabili.

Cosa devo fare se subisco molestie o discriminazioni sul posto di lavoro?

È importante segnalare immediatamente qualsiasi forma di molestia o discriminazione al datore di lavoro o al responsabile della sicurezza sul lavoro. In caso di violazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici esistono organizzazioni e autorità competenti a cui rivolgersi. In particolare, per le donne vittime di stalking, molestie e violenza – non soltanto sul posto di lavoro – si può chiamare il numero verde gratuito nazionale 1522 con assoluta garanzia di anonimato e che potrà segnalarti l’associazione a te più vicina alla quale rivolgerti per chiedere per aiuto e sostegno.

Cosa è lo sfruttamento lavorativo?

Secondo la legislazione italiana si verifica lo sfruttamento lavorativo quando nello svolgimento dell’attività lavorativa ricorrono alcune caratteristiche, come:
▪ il pagamento dei salari è inferiore agli standard nazionali e sproporzionato rispetto alle ore lavorate;
▪ gli orari di lavoro sono ripetutamente prolungati o sono negati il riposo settimanale, le ferie annuali retribuite e/o le assenze per malattia retribuite;
▪ le regole per la sicurezza e la salute sul posto di lavoro sono violate sistematicamente;
▪ la sorveglianza del lavoratore viene svolta con metodi degradanti.

Non sempre i lavoratori sfruttati sono consapevoli della condizione in cui si trovano.

A chi posso rivolgermi per capire se sono in una condizione di sfruttamento lavorativo?

 

Esiste una fitta rete di supporto, informazione (anche con opuscoli informativi dedicati plurilingue) e orientamento su tutto il territorio nazionale. È possibile telefonare gratuitamente e in forma anonima (senza dover dichiarare il proprio nome) al numero verde nazionale 800290290; oppure rivolgersi ai sindacati, alle associazioni di categoria, ai servizi territoriali del Comune di residenza, oltre che alle associazioni che offrono assistenza alle persone straniere.

È obbligatorio denunciare un infortunio sul lavoro o una malattia professionale?

Sì. In caso di infortunio sul lavoro il lavoratore deve:
▪ informare immediatamente il proprio datore di lavoro di qualsiasi infortunio gli sia capitato, anche se di lieve entità, altrimenti perde il diritto all’indennità per i giorni precedenti a quello in cui il datore di lavoro ha avuto notizia dell’infortunio;
▪ comunicare subito al datore di lavoro i riferimenti del primo certificato medico (numero identificativo, data di rilascio ed eventuale periodo di prognosi) e dei certificati successivi.

In caso di malattia professionale deve:
▪ denunciare la malattia professionale al proprio datore di lavoro entro 15 giorni dalla manifestazione della malattia, altrimenti perde il diritto all’indennizzo per il tempo precedente la denuncia;
▪ comunicare al datore di lavoro i riferimenti del primo certificato medico (numero identificativo, data di rilascio) e dei certificati successivi.

In caso di incidente sul lavoro, quali sono i diritti del lavoratore?

I lavoratori hanno il diritto di ricevere assistenza medica immediata e di essere indennizzati in caso di infortunio o malattia professionale. Il datore di lavoro è responsabile della sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro e deve fornire un ambiente di lavoro sicuro.

Se volessi saperne di più in materia di tutela del lavoro e diritti del lavoratore, a chi mi rivolgo?

Il rapporto tra datori di lavoro e lavoratori (dipendenti) è regolato da una serie di norme giuridiche che garantiscono a ciascuna delle parti i propri diritti, ma stabiliscono anche i rispettivi doveri. Se un lavoratore ritiene che il datore di lavoro non rispetti i suoi diritti contrattuali e sindacali può rivolgersi a un’organizzazione sindacale o a un avvocato per far cessare tale situazione ed eventualmente ottenere un risarcimento del danno subìto. In entrambi i casi, viene dapprima tentata la via della conciliazione (una forma di accordo reciprocamente soddisfacente tra le parti). Se la conciliazione risulta impraticabile, il lavoratore dinanzi al giudice del lavoro, che dovrà risolvere la vertenza.

Che differenza c’è fra Sindacato, Patronato e CAF (Centro di Assistenza Fiscale)?

 

Patronato, CAF e sindacati sono enti che aiutano lavoratori e inoccupati (persone che non lavorano) nella gestione di pratiche inerenti al rapporto di lavoro, previdenziali e fiscali, ma hanno funzioni diverse.

Il sindacato è un’associazione che rappresenta e tutela i diritti dei lavoratori. L’articolo 39 della Costituzione sancisce il diritto di costituire associazioni sindacali, di potervi aderire e di poter svolgere l’attività sindacale. Le sue funzioni principali riguardano la stesura ed il rinnovo dei contratti collettivi nazionali e la proposta delle richieste dei lavoratori al datore di lavoro, al governo e alle istituzioni nazionali e locali. Offre dei servizi di assistenza e consulenza di tipo fiscale, previdenziale ed amministrativa. Può assistere il lavoratore nei casi di controversie con il datore di lavoro, attraverso il controllo della correttezza della busta paga e, in generale, di tutti i documenti che riguardano il rapporto di lavoro.

Il patronato è un ente, riconosciuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che presta assistenza e tutela a lavoratori, pensionati e, in generale a tutti i cittadini presenti sul territorio nazionale, nelle pratiche previdenziali e di pensione. È un ente senza fini di lucro e offre in modo gratuito diversi servizi.

Dal 1° gennaio 2018 alcuni servizi (come la richiesta ed il rinnovo del permesso di soggiorno per i lavoratori stranieri di Paesi terzi, o il ricongiungimento familiare) sono diventati a pagamento.

I Centri di Assistenza Fiscale-CAF sono le organizzazioni che si occupano di supportare i lavoratori e tutti i cittadini interessati negli adempimenti fiscali, in particolare la compilazione e la trasmissione telematica di documenti quali: modelli 730; dichiarazioni fiscali di qualsiasi tipo; modelli Red; modelli ISEE, ecc.

Come per il patronato vi sono prestazioni gratuite e a pagamento.

Orientamento / Aiuto alla ricerca di lavoro: servizi disponibili in Italia

DOMANDA

RISPOSTA

Quali sono le opportunità di lavoro per le persone migranti o rifugiate in Italia?

A prescindere dalla cittadinanza, le opportunità dipendono dalle qualifiche professionali e dalle esperienze maturate dalla persona che cerca lavoro rispetto alla domanda dei datori di lavoro italiani. È utile informarsi, scegliere il settore in cui cercare lavoro, attivarsi per dotarsi dei requisiti necessari e per farsi aiutare a trovare una occupazione.

È facile trovare lavoro in Italia?

È importante sapere che cercare lavoro è un lavoro, cioè un impegno a cui dovrai dedicare attenzione, perché

▪ Non sarà mai un lavoro a cercarti;
▪ La ricerca di un lavoro è innanzitutto un atto di volontà;
▪ È necessario che TU dedichi tempo alla ricerca del lavoro;
▪ Nessuna pista è da scartare a priori;
▪ Cercare un lavoro può anche significare incontrare una serie di insuccessi;
▪ La ricerca è più efficace se sono chiari i tuoi obiettivi (quantitativi e qualitativi).

Come cittadino straniero quali documenti mi servono per lavorare in Italia?

Puoi lavorare se hai

▪ un permesso di soggiorno valido che ti autorizza direttamente  a svolgere un’attività lavorativa o che si può convertire in un permesso per motivi di lavoro (sono esclusi, ad esempio, i  permessi per motivi di affari o giustizia, o  dopo l’ ingresso in Italia con visto per turismo);
▪ il codice fiscale;
▪ l’iscrizione al SSN e la tessera sanitaria o comunque un’assicurazione sanitaria;
▪ per diverse professioni, avrai anche bisogno di dimostrare la tua formazione, per esempio con il certificato di qualifica professionale.

Posso lavorare e studiare contemporaneamente?

Se sei studente in un percorso di studio o formazione e hai un permesso di soggiorno per motivi di studio puoi svolgere un’attività lavorativa subordinata per massimo 20 ore settimanali e comunque non oltre 1.040 ore ogni anno.

Posso lavorare come libero professionista in Italia se ho conseguito il mio titolo professionale all’estero?

Forse hai un titolo professionale, cioè hai ottenuto il diritto di esercitare una professione regolamentata (ostetrica, chirurga, insegnate di matematica, ingegnere, agronoma, avvocata, ecc.) nel Paese che ti ha rilasciato questo titolo. In Italia le professioni si dividono in due categorie: professioni non-regolamentate dalla legge e professioni regolamentate dalla legge.

Per poter esercitare legalmente la tua professione, devi ottenerne il riconoscimento del tuo titolo professionale estero dalla competente autorità italiana. La legge stabilisce per ogni professione regolamentata il titolo di studio necessario, i requisiti di addestramento alla pratica della professione (per esempio tirocinio e/o esame di Stato per l’abilitazione professionale), le norme di deontologia professionale.

L’elenco delle professioni regolamentate e i rispettivi Ministeri/Autorità che possono procedere al riconoscimento del titolo professionale da esercitare in Italia.

Il CIMEA non è competente per questo tipo di procedure.

Quanto è importante la conoscenza dell’italiano per lavorare in Italia?

I requisiti linguistici richiesti per lavorare in Italia dipendono dal lavoro che si desidera svolgere e dal datore di lavoro. In alcuni settori lavorativi e per ottenere il permesso di soggiorno come soggiornante di lungo periodo in Italia, è richiesto di certificare la conoscenza della lingua italiana, corrispondente al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue approvato dal Consiglio d’Europa.

Puoi dimostrare la tua conoscenza della lingua italiana di livello A2, in vari modi:
▪ con una certificazione di conoscenza dell’Italiano di livello A2 rilasciata da uno dei 5 Enti Certificatori riconosciuti (Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena, Università degli Studi Roma Tre, Società Dante Alighieri, Università per stranieri «Dante Alighieri» di Reggio Calabria);
▪ con un titolo di studio conseguito in Italia (titolo di studio conclusivo del primo ciclo conclusivo del primo ciclo o del secondo ciclo d’istruzione; laurea universitaria);
▪ dimostrando che stai frequentando un corso di studi in un’Università italiana legalmente riconosciuta, un dottorato o un master universitario;
▪ frequentando o dimostrando di aver frequentato un corso di Italiano presso un CPIA (Centro Provinciali per l’Istruzione degli Adulti), al termine del quale venga rilasciato un titolo che attesti la conoscenza della lingua italiana a un livello non inferiore ad A2 del QCER.

Le modalità di svolgimento del test di italiano sono descritte nel Decreto 7 dicembre 2021.

Qual è la prima azione da fare, se ho già i requisiti e i documenti e voglio cercare lavoro?

Se non conosci ancora alcuna opportunità concreta di lavoro, è consigliabile

  1. Iscriverti al Centro Per l’Impiego più vicino alla tua residenza;
  2. Chiedere supporto per presentare la Dichiarazione di Immediata Disponibilità (DID) al lavoro;
  3. Sottoscrivere il Patto di Servizio stabilito per legge.

Inizierai un percorso in cui dovrai attivarti con azioni concrete (informarti sul mondo del lavoro e le opportunità di impiego, sui percorsi formativi gratuiti per migliorare il tuo inserimento lavorativo, preparare il tuo CV, partecipare alle preselezioni presso aziende private, ecc.). Tutti coloro che dichiarano il proprio stato di disoccupazione con la DID sono tenuti per legge a svolgere le misure di politica attiva (per esempio formazione professionale, tirocini, preselezione) previste per loro dal Centro per l’impiego.

Enti che aiutano a trovare lavoro

DOMANDA

RISPOSTA

Quali servizi aiutano a cercare lavoro in Italia?

Esistono diversi servizi che svolgono attività di orientamento e di supporto alla ricerca attiva del lavoro dei migranti e cittadini italiani, sia pubblici che privati autorizzati. Ti segnaliamo, ad esempio:

Centri Per l’Impiego sono strutture pubbliche coordinate dalle Regioni e diffusi su tutto il territorio
Agenzie per il lavoro che sono operatori privati autorizzati dalle istituzioni a offrire i servizi di incontro tra domanda e offerta di lavoro

Per trovare gli sportelli più vicini a te puoi cercare qui.

▪ Puoi rivolgerti ad una delle associazioni e ONG (Organizzazioni Non Governative) che svolgono assistenza e orientamento a migranti e rifugiati del tuo territorio
▪ Puoi consultare alcuni siti web dedicati al lavoro come Mygrants, Welcome in one click.

Tutti questi servizi sono gratuiti per la persona che cerca lavoro.

Esistono in Italia programmi di aiuto all’inserimento lavorativo aperti a persone migranti o rifugiate?

Sì, esistono programmi di politica attiva per il lavoro, che offrono percorsi guidati per entrare o rientrare nel mondo del lavoro anche per stranieri residenti in Italia con permesso di soggiorno adeguato, perché considerati lavoratori come gli altri. Attualmente è possibile, fra l’altro, accedere al programma GOL – Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori.

Per giovani tra i 15 e i 29 anni di età che non studiano e non lavorano (NEET – Not Engaged in Education, Employment or Training) è possibile, fra l’altro, accedere al programma Garanzia Giovani.

Nelle Regioni Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia sono previste ulteriori azioni di contrasto alla disoccupazione giovanile, rivolte non soltanto ai NEET, ma anche agli altri giovani disoccupati residenti in queste Regioni e con età fino a 35 anni.

Quali organizzazioni o associazioni si occupano di supportare migranti e richiedenti asilo in Italia?

Esistono moltissime organizzazioni e associazioni grandi e piccole, nazionali o locali che supportano i percorsi verso l’autonomia di migranti e rifugiati. Esiste anche un Registro delle associazioni che svolgono attività a favore degli immigrati registrate presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Ci sono programmi di inserimento lavorativo dedicati ai richiedenti asilo in Italia?

Sì, in Italia esistono programmi di inserimento lavorativo specifici per i migranti. Puoi rivolgerti a organizzazioni dello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) o associazioni locali per ottenere informazioni su tali programmi.

Principali tipologie dei contratti di lavoro

DOMANDA

RISPOSTA

Quali sono i tipi di contratti di lavoro più comuni in Italia?

I principali contratti di lavoro sono:

Lavoro subordinato caratterizzato da una “subordinazione” del lavoratore che, in cambio della retribuzione, si impegna a prestare il proprio lavoro alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro. Può essere di vari tipi:
Contratto di lavoro a tempo indeterminato, che non prevede una scadenza;
Contratto di lavoro a tempo determinato, che prevede una durata stabilita;
Contratto di lavoro a tempo parziale, che può essere a tempo determinato o indeterminato, ma prevede un orario di lavoro ridotto o part-time;
Apprendistato, in cui c’è lo scambio tra prestazione lavorativa e retribuzione ma si aggiunge l’obbligo del datore di lavoro a fare formazione professionale al lavoratore;
Contratto di lavoro intermittente, nei casi -stabiliti dalle leggi- in cui il datore di lavoro può utilizzare la prestazione lavorativa in modo discontinuo o intermittente in periodi predeterminati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno;
Contratto di somministrazione, nei casi in cui un’agenzia autorizzata fornisce (somministra) un lavoratore (somministrato) ad un soggetto (utilizzatore) presso cui il lavoratore somministrato presta l’attività.

Lavoro parasubordinato che indica un tipo di lavoro con caratteristiche intermedie tra quelle del lavoro subordinato e quelle del lavoro autonomo. Sono forme di collaborazione svolte per un tempo continuato e coordinate con la struttura del datore di lavoro, ma senza il vincolo di subordinazione. In particolare:
Contratto di lavoro a progetto (abrogato dal 25 giugno 2015 ai sensi dell’art. 52 del Decreto legislativo 81/2015);
Collaborazioni coordinate e continuative (dette comunemente co.co.co).

Lavoro autonomo che è svolto da chi svolge un’attività in proprio e senza vincolo di subordinazione per un committente e riceve un corrispettivo (pagamento). In particolare si parla di:
▪ Contratto di collaborazione professionale con Partita IVA
Prestazioni occasionali, per le attività lavorative che in 1 anno (fra 1° gennaio e 31 dicembre di ogni anno) un lavoratore (prestatore) svolge con la totalità dei committenti (utilizzatori). Il totale di compensi ricevuti dal lavoratore/prestatore non può superare 5.000 euro all’anno.

Cosa significa contratto di lavoro intermittente?

Nell’ambito del contratto di lavoro subordinato, un contratto di lavoro intermittente è caratterizzato da una prestazione lavorativa svolta in modo discontinuo nel tempo, in base alle effettive necessità dell’azienda. Il lavoratore viene chiamato a prestare servizio solo quando richiesto, senza un impegno continuativo. Questo tipo di contratto è regolamentato da specifiche normative e requisiti.

Quali sono le peculiarità del contratto di lavoro “co.co.co”?

Nell’ambito del lavoro parasubordinato, il contratto di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa è un tipo di contratto che offre maggiore autonomia al lavoratore, ma ha una limitata copertura previdenziale e assistenziale. Viene utilizzato per prestazioni occasionali, coordinabili e continuative, ma non stabilisce un rapporto di subordinazione.

Quali sono i requisiti per ottenere un contratto di lavoro stagionale in Italia?

Dipende se il lavoratore straniero (1) è già presente in Italia con un permesso di soggiorno autorizzato al lavoro oppure (2) si trova ancora nel Paese di origine/provenienza e vuole venire in Italia per lavorare su base stagionale.

(1) Per ottenere un contratto di lavoro stagionale in Italia, è necessario avere un permesso di soggiorno valido che consenta l’accesso al lavoro/autorizzazione al lavoro, oltre a soddisfare i requisiti specifici dell’azienda che cerca personale stagionale. Solitamente, questo tipo di contratto è offerto in settori come il turismo, l’agricoltura o l’industria alberghiera durante specifici periodi di maggiore intensità dell’attività. È regolato dalle norme contratto stagionale.

(2) Il Testo unico sull’immigrazione prevede l’ingresso di cittadini extra UE in Italia nel rispetto delle quote stabilite (cioè numeri di lavoratori che possono essere autorizzati ad entrare) dal Decreto Flussi pubblicato ogni anno per motivi di lavoro subordinato anche a carattere stagionale nei settori agricolo e turistico/alberghiero (art. 24 del T.U.) e di lavoro autonomo. In base ad una specifica procedura telematica i datori di lavoro (o le associazioni di categoria, per conto dei loro associati che intendono instaurare in Italia un rapporto di lavoro con un cittadino extra UE, devono presentare richiesta nominativa allo Sportello unico per l’immigrazione della Provincia di residenza (art. 22 del T.U.).

Lo Sportello unico per l’immigrazione rilascia il nulla osta al lavoro stagionale che può essere anche per più anni (pluriennale), per la durata corrispondente a quella del lavoro stagionale richiesto, per consentire al lavoratore che si trova ancora all’estero di richiedere il relativo visto di ingresso all’Ambasciata italiana nel Paese di origine/provenienza; una volta ottenuto il visto “per lavoro stagionale”, lo straniero arriverà in Italia e formalizzerà la richiesta del permesso di soggiorno per lavoro stagionale attraverso la procedura postale prevista.

L’autorizzazione al lavoro stagionale può avere una validità minima di 20 giorni e massima di  9 mesi, anche nel caso di più lavori di breve periodo da svolgere presso diversi datori di lavoro.

Qualora se ne verifichino le condizioni, il lavoratore stagionale può convertire questo tipo di permesso in uno per lavoro subordinato, a tempo determinato o indeterminato.

Quali sono i vantaggi di un contratto di lavoro part-time in Italia?

Il contratto di lavoro part-time è una forma di occupazione più flessibile: il dipendente può lavorare tutti i giorni per un orario ridotto rispetto all’orario normale giornaliero; oppure lavora a tempo pieno, soltanto alcuni giorni della settimana, del mese o dell’anno; oppure può lavorare con una combinazione delle due opzioni. Questo può consentire una migliore organizzazione della propria vita personale, conciliare il lavoro con altre responsabilità o interessi, ma comporta una retribuzione più bassa rispetto al lavoro a tempo pieno.

Come posso ottenere un contratto di lavoro a tempo determinato in Italia?

Per avere un contratto di lavoro a tempo determinato (che indica la scadenza del contratto) è necessario che il datore di lavoro abbia un motivo giustificato per assumere un lavoratore per un periodo specifico. Il contratto deve indicare la durata precisa e le condizioni di lavoro. Spesso i contratti a tempo determinato vengono utilizzati per sostituire temporaneamente personale assente o per gestire picchi di attività.

Cosa significa essere un libero professionista in Italia?

Il libero professionista è chi esercita una professione intellettuale o liberale (avvocato, ingegnere, medico, ecc.) come attività economica primaria. I liberi professionisti forniscono beni e servizi a varie organizzazioni e aziende. Di solito lavorano con contratti a breve termine, ma possono anche lavorare a lungo termine. Lavorano per o con questi clienti (privati cittadini, aziende, ecc.) offrendo i loro servizi a pagamento. In genere questi esperti lavorano per più clienti e su più progetti contemporaneamente, a seconda dei loro impegni e della competenza o reputazione.

Cosa significa essere un lavoratore autonomo?

È una persona che svolge il suo lavoro in modo lavoro indipendente, non subordinato ed esercitato con Partita IVA. Il lavoratore autonomo è responsabile del proprio lavoro, fattura ai propri clienti e deve gestire le proprie tasse e i contributi previdenziali. Concentra gli sforzi sulla creazione di un’azienda o di un marchio ed è spesso proprietario di un’organizzazione con una struttura operativa, anche molto piccola di collaboratori. Solitamente crea un marchio che cerca di costruire e commercializzare. Si concentra quindi sulla promozione di relazioni professionali favorevoli con i clienti ed eventuali dipendenti per raggiungere gli obiettivi prefissati.