Per le attività della vita quotidiana (curarsi, studiare, lavorare, abitare una casa, spostarsi) è necessario rispettare le regole che fanno funzionare i servizi e avere i documenti necessari per accedere a questi servizi.
È un sistema complesso, ma, se impari a conoscerlo, potrai ottenere i documenti utili a costruire e conservare un percorso regolare.
Ogni paese ha le proprie leggi e procedure, pertanto è importante informarti per esercitare i tuoi diritti in Italia.
Puoi anche rivolgerti ad una delle molte associazioni ed enti pubblici e privati – attivi su tutto il territorio italiano – che aiutano gratuitamente il pubblico.
Permesso di soggiorno
DOMANDA
RISPOSTA
Cosa è il permesso di soggiorno?
Il permesso di soggiorno è l’autorizzazione – rilasciata dalle autorità italiane (Polizia) alle persone non europee – a vivere legalmente in Italia per un determinato periodo di tempo e per un motivo specifico, dopo il loro ingresso legale (con visto o perché entrate in circostanze specifiche). Il permesso di soggiorno è fondamentale per stabilirsi in Italia e permette di accedere e usufruire dei diritti e servizi.
Quali tipi di permesso di soggiorno ci sono?
Esistono diversi tipi di permesso di soggiorno: per lavoro, per studio, per motivi familiari, per protezione internazionale (asilo, protezione sussidiaria), protezione speciale, motivi di salute e per altri motivi.
Come posso richiedere il permesso di soggiorno?
La richiesta del permesso di soggiorno deve essere presentata all’ufficio della Questura (Polizia di Stato) responsabile del tuo territorio) entro 8 giorni dall’ingresso in Italia. Puoi andare personalmente all’Ufficio Immigrazione o a un ufficio postale (Poste italiane) per la procedura postale. Dovrai compilare il modulo di richiesta, allegare la documentazione specifica per il tipo di permesso che puoi richiedere. La Questura o l’Ufficio postale rilasciano una ricevuta che prova che hai richiesto il permesso di soggiorno e indica un numero di pratica o assicurata. Questa ricevuta è molto importante, quindi proteggila affinché non si danneggi. Puoi monitorare on line i passaggi della procedura per ritirare il documento finale o conoscere l’esito della tua richiesta.
Quali sono i documenti necessari per richiedere il permesso di soggiorno?
Per richiedere il permesso di soggiorno servono il documento di identità (generalmente il passaporto valido e, se previsto, il visto di ingresso) oltre ad una serie di documenti o certificati che dipendono dal motivo del tuo soggiorno in Italia: foto, contratto di lavoro o certificato del corso di studio, richiesta di asilo, documentazione medica, certificati relativi alla composizione familiare, documenti dei familiari, ecc.) e il pagamento di relative tasse, se previste nel tuo caso.
Ogni straniero che richiede il permesso di soggiorno è sottoposto dalla Polizia a rilievi fotodattiloscopici e segnaletici attraverso le impronte digitali e le foto della persona (in base all’art 5, comma 2bis del Testo Unico Immigrazione). Solo nel caso del permesso di soggiorno per “richiesta di asilo”, non è necessario avere un documento di identità valido. In questi casi la Polizia registra le impronte digitali e le foto della persona che fa richiesta e le collega all’identità dichiarata, in base ad una legge europea che istituisce Eurodac.
Per ogni richiesta di permesso di soggiorno è importante verificare prima se hai tutti i requisiti e i documenti necessari per il tuo caso. Puoi anche chiedere aiuto alle associazioni che assistono i migranti presenti dove ti trovi (per Roma vedi qui).
Quanto tempo è valido il permesso di soggiorno in Italia?
La durata del permesso di soggiorno varia a seconda del tipo e del motivo per cui è stato rilasciato: da alcuni mesi fino a diversi anni. È importante verificare la durata del tuo permesso di soggiorno ed è necessario richiederne il rinnovo almeno 60 giorni prima della scadenza, per continuare a risiedere legalmente in Italia. Riceverai una ricevuta che dimostra la procedura di rinnovo del tuo permesso di soggiorno. Se chiedi il rinnovo dopo 60 giorni che il tuo permesso di soggiorno è scaduto rischi l’espulsione perché diventi irregolare (art 13 del Testo Unico Immigrazione).
Quali sono i diritti e gli obblighi associati al permesso di soggiorno?
Con il permesso di soggiorno hai una serie di diritti come il diritto al lavoro, allo studio, di accedere ai servizi sanitari, sociali, giudiziari, aprire un conto bancario, postale, etc. allo stesso tempo prevede una serie di obblighi da rispettare in base alle leggi e alle regole. È importante rinnovare il permesso di soggiorno nei tempi stabiliti di validità e non oltre 60 giorni dalla scadenza per garantirti questi diritti. Dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno rinnovato ricordati di segnalare se hai cambiato indirizzo di residenza (vai alle domande sulla residenza). Stai attento a rispettare le norme fiscali e tributarie, anche con l’aiuto di un CAF o un Patronato (art 6 del Testo Unico Immigrazione).
Posso trasformare il mio permesso di soggiorno a scadenza in un permesso permanente?
Sì, è possibile richiedere un permesso di soggiorno di lungo periodo. È il Permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, valido 10 anni anche per risiedere in un altro Paese dell’Unione Europea. Si ottiene dopo aver maturato alcuni requisiti basati sulla durata del soggiorno, la disponibilità di un reddito e di una casa idonea in Italia. Sono previste alcune esenzioni dei requisiti previsti, a seconda del tuo status e del tipo di permesso di soggiorno che hai ottenuto nei 5 anni precedenti alla richiesta (art 9 del Testo Unico Immigrazione).
Quanto tempo è necessario per ottenere il permesso di soggiorno?
I tempi previsti dalla legge per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno sono 60 giorni, o, se il permesso di soggiorno è rilasciato in formato elettronico, entro 45 giorni. Nell’attuale organizzazione delle Questure, soprattutto in alcune grandi città, questi giorni non sono sempre rispettati e purtroppo l’attesa può raggiungere diversi mesi: può dipendere dalla tua situazione personale e/o dall’ufficio di competenza. Durante l’attesa avrai comunque la ricevuta che dimostra che hai regolarmente presentato la richiesta di rilascio o di rinnovo del permesso. È consigliabile controllare e monitorare on line lo stato della tua pratica o rivolgerti all’ufficio competente per avere informazioni più precise (art 5 comma 9 del Testo Unico Immigrazione).
Residenza
DOMANDA
RISPOSTA
Cosa è la residenza e a cosa serve?
La legge impone ad ogni persona, italiana o straniera, di registrarsi (con le persone della famiglia che vivono insieme) presso l’Anagrafe -un ufficio del Comune dove si vive- in base alla dimora abituale o al domicilio. È necessario comunicare anche ogni variazione di indirizzo, per esempio se si cambia abitazione. L’iscrizione di residenza all’Anagrafe è un diritto, ma anche un dovere dello straniero, alle stesse condizioni del cittadino italiano (art 6, comma 7 del Testo Unico Immigrazione).
L’iscrizione in Anagrafe è la condizione fondamentale per esercitare diritti come il supporto economico di assistenza sociale, la disponibilità di assistenza sanitaria (un medico di base, in un ospedale, per malattia o per infortunio), l’iscrizione a scuola o a corsi di formazione, l’accesso alla giustizia, l’acquisto della cittadinanza italiana, ecc.
Come straniero iscritto in Anagrafe hai anche l’obbligo di rinnovare all’ufficiale di anagrafe la dichiarazione di dimora abituale nel Comune entro 60 giorni dal rinnovo del permesso di soggiorno, per confermare o cambiare l’indirizzo dove sei reperibile. Durante la procedura di rinnovo del permesso di soggiorno non puoi essere cancellato dalla residenza.
Come chiedo la residenza anagrafica e come la dimostro?
Per ottenere la registrazione della residenza devi recarti all’ufficio Anagrafe del Comune in cui hai deciso di vivere, facendo vedere di avere già il permesso di soggiorno valido o la ricevuta che dimostra che hai chiesto il permesso di soggiorno. Se il domicilio da dichiarare in Anagrafe è diverso da quello dichiarato nel permesso di soggiorno, perché si trova in una città diversa e in una provincia diversa da quella in vivi, devi comunicarlo anche alla Questura della nuova città o provincia.
Per chiedere la residenza anagrafica devi avere il permesso di soggiorno, i documenti che dimostrano che hai una dimora abituale (attraverso un contratto di affitto o locazione, una cessione di fabbricato o dichiarazione di ospitalità), oppure una dichiarazione di domicilio, se sei alloggiato in un centro di accoglienza, oppure, se sei senza dimora, hai una dichiarazione di presa in carico da parte di una associazione o servizio sociale del territorio in cui vivi.
L’iscrizione di residenza all’Anagrafe dichiara dove vivi e sei reperibile in Italia, determinando anche la competenza della Questura che controlla il territorio, sulla base di quanti stranieri regolari sono presenti. Se il permesso di soggiorno è stato rilasciato da una Questura di una città diversa, devi chiedere di aggiornare il permesso di soggiorno con il nuovo indirizzo per il quale chiederai poi all’Anagrafe la residenza. La registrazione della residenza anagrafica, infatti, è valida perché accompagnata dal permesso di soggiorno o durante la sua richiesta di rinnovo, e permette di esercitare i diritti collegati alla regolarità in Italia (diritti economici, sociali, culturali, di acquisto della cittadinanza italiana).
Qual è la procedura per ottenere la residenza anagrafica?
Dal 2016 la richiesta di iscrizione di residenza prevede anche una modalità telematica con servizi digitali. La dichiarazione anagrafica può essere fatta di fronte all’ufficiale d’anagrafe, oppure inviata -insieme ai documenti necessari-, in allegato a una e-mail o PEC o via fax, o per raccomandata, o mediante la compilazione del modulo elettronico disponibile sul sito ufficiale del Comune. In questo caso devi avere il tuo SPID o CIE (vedi le domande su CIE-carta d’identità).
Secondo la legge, entro 2 giorni lavorativi dalla tua dichiarazione, l’ufficiale d’anagrafe effettua l’iscrizione o registra il cambiamento anagrafico che hai dichiarato. Entro 45 l’ufficiale di anagrafe potrebbe chiederti una integrazione (di documenti o di ulteriori dichiarazioni) attraverso un “preavviso di rigetto” (art.10-bis della legge n.241 del 1990). Potresti ricevere una risposta negativa alla richiesta di iscrizione di residenza (se non hai fornito le informazioni richieste o se queste sono insufficienti). Se invece sono passati 45 giorni e non hai ricevuto alcun “preavviso di rigetto”, la tua iscrizione di residenza si considera accettata e registrata.
In realtà, purtroppo, questa procedura può diventare molto più lunga di 45 giorni: è molto importante mantenere un contatto costante con l’ufficio anagrafico (anche on line) fino a quando il procedimento sarà concluso e potrai ottenere il certificato di residenza. Puoi sempre rivolgerti alle associazioni che aiutano i migranti per ricevere supporto e informazioni adeguate (per Roma vedi qui).
Cosa devo fare se cambio indirizzo di residenza?
Se cambi indirizzo di residenza all’interno dello stesso Comune, dovrai comunicare la variazione all’ufficio anagrafe dello stesso Comune entro 20 giorni dalla data di trasferimento. L’ufficio provvederà ad aggiornare il tuo certificato di residenza con il nuovo indirizzo. Se ti sposti in un nuovo Comune di un’altra provincia italiana, dovrai comunicarlo prima di tutto alla Questura di competenza per annotarlo sul permesso di soggiorno e poi al Comune.
Perché è importante avere la residenza anagrafica e mantenerla?
Se avere il permesso di soggiorno valido e rinnovabile consente di mantenere la regolarità in Italia, essere registrati all’Anagrafe con la residenza permette di maturare ulteriori diritti legati agli anni di soggiorno in Italia, come ad esempio: richiedere una casa popolare (edilizia residenziale pubblica) che alcuni Comuni mettono a disposizione di italiani e stranieri residenti da un certo numero di anni; maturare i requisiti per avere l’assegno sociale dopo i 65 anni di età; maturare il diritto a diventare lungo soggiornante; poter chiedere la cittadinanza italiana; ecc.
Posso utilizzare il certificato di residenza come documento di identità?
No, il certificato di residenza non è un documento di identità. È solo la certificazione che hai formalmente registrato la residenza e hai un indirizzo dove abitualmente sei reperibile, anche per la posta e comunicazioni varie. Per l’identificazione degli stranieri è necessario disporre di un documento d’identità – solitamente il passaporto valido- e, in alcuni casi particolari, il permesso di soggiorno. Questo è un documento valido di identificazione – al posto del passaporto – perché documento munito di fotografia del titolare e rilasciato, su supporto cartaceo, magnetico o informatico, da una pubblica amministrazione italiana o di altri Stati, che consenta l’identificazione personale del titolare (art 1 DPR 28 dicembre 2000, n. 445).
In quali casi potrei perdere la residenza?
Puoi essere cancellato dall’Anagrafe in alcuni casi:
▪ se, durante il periodo di iscrizione anagrafica come residente, risulti irreperibile durante ripetuti accertamenti, opportunamente intervallati (art 11, comma 1 del regolamento anagrafico);
▪ se non hai rinnovato la dichiarazione di dimora abituale – dopo 6 mesi dalla scadenza del permesso o della carta di soggiorno – e il Comune ti ha inviato degli avvisi con l’invito a presentarti nei successivi 30 giorni.
In questi casi perdi anche il periodo di residenza maturato fino a quel momento. Dovrai quindi ricominciare con una nuova iscrizione anagrafica.
È un problema grave se perdo il certificato di residenza?
No, se perdi il certificato di residenza, puoi richiederlo all’ufficio anagrafe del Comune: è il documento che dimostra che sei iscritto all’Anagrafe. Gli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno e registrati all’Anagrafe possono avvalersi dell’autocertificazione della residenza. Questa “dichiarazione sostitutiva di certificato” è ammessa per la residenza perché si tratta di comprovare stati, fatti e qualità personali certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici o privati italiani. Questo è possibile grazie alla “decertificazione” e semplificazione dei rapporti fra la pubblica amministrazione italiana e cittadini e residenti regolari.
È importante sapere che dal 1° gennaio 2012 non hai più bisogno di mostrare il certificato di residenza ad altri uffici pubblici. Il certificato di residenza serve solo nei rapporti tra privati.
La residenza è necessaria per aprire un conto bancario o postale di base?
No, la residenza non è un requisito necessario, anche se è importante. Per la Banca o la Posta è fondamentale identificare la persona che chiede l’apertura di un conto bancario base o di un conto postale Base BancoPosta (inclusa la carta prepagata Postepay Standard). Per questo ti sarà richiesto il permesso di soggiorno valido (o la ricevuta della richiesta di rinnovo). Ogni persona legalmente soggiornante può chiedere l’apertura di un conto, senza bisogno di avere una residenza anagrafica, né la carta di identità rilasciata dal Comune, quindi a prescindere dal luogo di residenza. L’Associazione Bancaria Italiana e le Poste italiane hanno ribadito questi chiarimenti durante il 2021.
Codice Fiscale
DOMANDA
RISPOSTA
Cos’è il codice fiscale?
Il codice fiscale è un codice alfanumerico univoco utilizzato in Italia per identificare le persone fisiche, sia italiane che straniere ai fini fiscali. Il codice fiscale è necessario per moltissime attività della vita quotidiana, come pagare le tasse, aprire un conto bancario o postale, iscriversi a scuola o a un corso, stipulare contratti di lavoro o di locazione (affittare una casa) e accedere ai servizi pubblici, ecc.
L’Ufficio responsabile del rilascio del codice fiscale è l’Agenzia delle Entrate.
A questo link trovi una breve guida plurilingue al codice fiscale per gli stranieri.
Cosa devo fare per avere il codice fiscale?
La Questura attribuisce il codice fiscale alla persona straniera che richiede il permesso di soggiorno in Italia o il suo rinnovo, rispettando le regole dell’Agenzia delle Entrate.
Gli sportelli unici per l’immigrazione attribuiscono il codice fiscale ai cittadini stranieri che presentano domanda di ingresso nel territorio italiano e il permesso di soggiorno per lavoro subordinato o per ricongiungimento familiare.
Cosa devo fare se perdo il mio codice fiscale?
In caso di smarrimento del tuo codice fiscale puoi richiedere il duplicato (cioè una copia) rivolgendoti agli uffici dell’Agenzia delle Entrate o attraverso i servizi online di questa Agenzia. È possibile ottenere un duplicato del codice fiscale presentando il documento di identità e compilando l’apposito modulo previsto (mod. AA4/8 – pdf). Puoi anche richiedere assistenza presso i CAF (Centri di Assistenza Fiscale).
Cosa devo fare se nel mio codice fiscale ci sono errori?
Se il tuo nome o la data di nascita sono stati registrati in modo errato nel codice fiscale, puoi chiedere la correzione un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, presentando un documento di identità/permesso di soggiorno e il modulo di richiesta mod. AA4/8 – pdf, compilato e firmato. Eventualmente, se puoi, mostrare il certificato di nascita o il passaporto (se lo hai). L’Agenzia delle Entrate correggerà il tuo nome nel codice fiscale e ti darà una versione corretta.
Posso utilizzare in Italia un codice fiscale del mio paese di origine?
No, devi ottenere un codice fiscale italiano perché il codice fiscale del tuo paese di origine non è valido o riconosciuto in Italia.
Cosa devo fare se voglio aprire un conto bancario o postale in Italia?
Prima di recarti presso la banca o la posta che hai scelto per aprire un conto bancario o postale in Italia, devi avere: il codice fiscale italiano; il permesso di soggiorno valido; il passaporto (se disponibile). La banca che hai scelto potrebbe chiederti documentazione integrativa. Il personale bancario o postale ti guiderà nel processo di apertura del conto. Non è necessaria la residenza anagrafica per l’apertura del conto, ma se l’hai già è utile attestarla con un certificato o una autocertificazione.
Come posso verificare se il mio codice fiscale è valido?
Puoi verificare la validità del tuo codice fiscale utilizzando il servizio online dell’Agenzia delle Entrate chiamato Verifica e calcolo del codice fiscale. Accedi al link indicato e inserisci il tuo codice fiscale nel campo dedicato. Il sistema verificherà la correttezza del codice fiscale e fornirà informazioni aggiuntive, come la data di nascita e il sesso associati al codice.
Quali sono le informazioni personali contenute nel codice fiscale?
Il codice fiscale italiano contiene informazioni personali riferibili al tuo nome, alla tua data di nascita, il tuo sesso e il codice del comune o stato estero di nascita. Questi dati sono stati sostituiti da una sequenza alfanumerica (cioè di lettere e numeri) generata in modo univoco.
Cosa devo fare se voglio cambiare il mio codice fiscale?
Il cambio di codice fiscale è un’operazione molto rara e generalmente non è possibile. Tuttavia, in casi eccezionali come errori gravi o violazioni della privacy, è possibile richiedere la modifica del codice fiscale all’Agenzia delle Entrate. È necessario presentare una richiesta formale con la documentazione appropriata che dimostri la necessità del cambiamento. L’Agenzia delle Entrate valuterà la richiesta e deciderà se è possibile procedere con il cambio del codice fiscale.
Carta d’identità
DOMANDA
RISPOSTA
Cosa è la carta di identità?
È il documento principale di identificazione con fotografia del titolare, che ha lo scopo di dimostrare l’identità personale del suo titolare. Per gli stranieri dimostra anche la regolarità di residenza in Italia, se accompagnato da un permesso di soggiorno valido. Può essere rilasciata solo dalle amministrazioni dello Stato, o dai Ministeri e/o dal Sindaco. Agli stranieri serve per accedere ai servizi pubblici e privati e per viaggiare all’interno dell’Italia, mentre non ha validità per viaggiare all’estero. Per gli stranieri la carta d’identità è valida finché è valido il loro permesso di soggiorno.
Come posso avere la carta d’identità?
Se hai già ottenuto la registrazione anagrafica come residente, puoi richiedere, sempre all’Ufficio dell’Anagrafe, anche la carta di identità italiana.
Devi presentare il permesso di soggiorno, il passaporto e la ricevuta del pagamento di una tassa amministrativa.
Cosa è la Carta di identità elettronica, CIE?
La CIE (Carta d’identità elettronica) è il nuovo documento di identificazione rilasciato ai cittadini italiani, comunitari e stranieri, al posto della vecchia carta d’identità cartacea. La Carta d’Identità Elettronica può essere utilizzata sia come documento di identificazione, sia per accedere ai siti della Pubblica Amministrazione con la propria identità digitale, mediante l’apposita applicazione CIE ID.
Cosa devo fare se perdo la mia carta di identità?
Se perdi la carta di identità, devi immediatamente presentare la denuncia di smarrimento presso la stazione dei Carabinieri o il Commissariato di polizia più vicino che ti darà una copia del documento di denuncia. Dopo potrai andare all’ufficio Anagrafe del Comune per richiedere il duplicato della tua carta di identità e dovrai fornire la fotocopia della denuncia; una foto recente e la ricevuta di pagamento della tassa per ottenere il duplicato.
Posso utilizzare la mia carta di identità italiana come documento di viaggio?
No, per i cittadini di un Paese terzo la carta di identità -anche in formato elettronico (CIE) – non è un documento di viaggio valido per lasciare l’Italia o per viaggiare all’interno dell’Unione. Il documento di viaggio necessario è il passaporto nazionale valido.
Quanto tempo è valida la carta di identità italiana?
La carta di identità italiana è valida per 10 anni dalla data di emissione, per i maggiori di 18 anni, mentre per i minori di 18 anni è valida per 5 anni. Al termine della validità, sarà necessario rinnovarla presso l’ufficio Anagrafe del Comune di residenza.
Cosa devo fare se cambio indirizzo di residenza?
Se cambi residenza, devi comunicare la variazione all’ufficio Anagrafe del nuovo Comune entro 20 giorni dalla data di trasferimento. Sarà necessario richiedere l’aggiornamento della carta di identità con l’aggiornamento del nuovo indirizzo di residenza.
Cosa devo fare se voglio correggere i miei dati (nome o cognome o data di nascita)?
Se vuoi far correggere il nome o cognome o la data di nascita mentre sei in Italia, dovrai seguire una procedura di rettifica. Prima dovrai chiedere al tuo Consolato un’attestazione per dimostrare che la vecchia e la nuova identità corrispondono alla stessa persona. Poi dovrai presentare la documentazione all’ufficio Anagrafe del Comune per richiedere la variazione con i dati aggiornati e corretti.
Posso richiedere la carta di identità italiana anche se sono richiedente asilo?
Solo per i richiedenti asilo in possesso dell’attestato nominativo, che è permesso di soggiorno temporaneo, la carta di identità di validità limitata al territorio nazionale e della durata di tre anni (come previsto dalla Circolare n 11 bis del 27/10/2020) è rilasciata, al momento in forma cartacea. Questo è possibile durante la procedura, cioè in attesa della risposta, da parte della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, che sta esaminando la richiesta di riconoscimento di asilo.
Tessera sanitaria
DOMANDA
RISPOSTA
Cosa è la tessera sanitaria?
La tessera sanitaria, o “Carta Nazionale dei Servizi” (CNS), è la carta magnetica con microchip che contiene i dati personali dell’individuo e le informazioni necessarie per accedere ai servizi sanitari in Italia. È un documento fondamentale per il medico curante, per acquistare le medicine, prenotare gli esami clinici o le visite specialistiche all’ASL o in ospedale. La tessera serve anche per comunicare il proprio codice fiscale. I cittadini stranieri, prima di chiedere la tessera sanitaria, devono iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La tessera sanitaria è gratuita.
Chi può iscriversi al Servizio sanitario nazionale (SSN) e avere la tessera sanitaria?
Chi è titolare di permesso di soggiorno e svolge regolare attività di lavoro dipendente o autonomo; chi soggiorna regolarmente in Italia o ha richiesto il rinnovo del permesso di soggiorno per: lavoro dipendente o autonomo, motivi familiari, asilo, protezione sussidiaria, protezione speciale, cure mediche (ai sensi dell’art.19, comma 2, lettera d-bis del decreto legge n. 286/1998), richiesta di asilo, attesa di adozione, affidamento, acquisto della cittadinanza. Sono inclusi i familiari a carico di queste persone che soggiornano regolarmente in Italia.
Gli altri cittadini di Paesi terzi con permesso di soggiorno per un periodo superiore a 3 mesi (che non rientrano nelle tipologie descritte sopra), non sono obbligati a iscriversi al SSN, ma possono iscriversi volontariamente, pagando un contributo forfettario annuale (trovi i dettagli alla pagina Come fare l’iscrizione volontaria al SSN).
Lo straniero che non è in regola con il permesso di soggiorno in Italia ha diritto, comunque, alle cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali (anche se continuative), alle cure per malattia e infortunio nelle strutture pubbliche o private convenzionate. Deve richiedere all’ASL il “codice regionale STP” (Straniero Temporaneamente Presente), una tessera sanitaria per lo straniero irregolare valida 6 mesi, eventualmente rinnovabile. In questi casi la tutela della salute dello straniero non regolarmente soggiornante è considerata prioritaria rispetto all’interesse a regolarizzare la propria permanenza in Italia. È previsto un divieto di segnalazione alle autorità da parte dei sanitari che abbiano in cura lo straniero irregolare, in modo tale che sia garantita una protezione effettiva della persona e della sua integrità.
Come posso ottenere la tessera sanitaria in Italia?
Per iscriverti al Servizio Sanitario Nazionale e ottenere la tessera sanitaria, devi recarti presso l’ufficio dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) del luogo dove vivi (indicato nel permesso di soggiorno), presentando il tuo permesso di soggiorno -o la ricevuta della presentazione della richiesta per il rilascio o il rinnovo del permesso-, il codice fiscale (anche provvisorio se non hai ottenuto ancora il rilascio del permesso di soggiorno) e un documento di identità. Compilerai l’apposito modulo di richiesta e l’ASL provvederà a rilasciare la tessera sanitaria.
La tessera ha la stessa validità della durata del permesso di soggiorno e viene spedita al domicilio fiscale del cittadino (quello registrato nella banca dati dell’Agenzia delle Entrate). Se il cittadino ha cambiato domicilio, prima di andare all’ASL per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, deve comunicare la nuova residenza.
Come utilizzo la tessera sanitaria per accedere ai servizi?
Quando accedi agli sportelli dei servizi sanitari pubblici o privati convenzionati o in farmacia, ti viene chiesto di presentare la tessera sanitaria. La tessera viene letta da un’apposita macchina che permette al personale sanitario di erogarti i servizi richiesti, come visite mediche, esami diagnostici, ricette o prenotazioni.
A cosa serve la tessera sanitaria?
La tessera sanitaria ti permette di accedere gratuitamente o a costi ridotti ai servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale. Questi servizi includono visite mediche, acquisto di farmaci, ricette, esami diagnostici, interventi chirurgici e cure ospedaliere. Ricorda che alcuni servizi specialistici o trattamenti particolari potrebbero richiedere di pagare un ticket, cioè un contributo in danaro.
Cosa devo fare se perdo la mia tessera sanitaria?
Se perdi la tua tessera sanitaria, è necessario segnalarlo immediatamente all’ufficio dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) o all’Agenzia delle Entrate che l’ha emessa.
Per richiedere il duplicato della Tessera sanitaria sono disponibili diverse modalità: on line, con e-mail o PEC, mediante richiesta in un ufficio dell’Agenzia delle entrate o alla propria ASL.
Cosa devo fare quando scade la tessera sanitaria?
La tessera sanitaria normalmente è valida 6 anni o per la durata del permesso di soggiorno. Alla scadenza, se non hai perso il diritto all’assistenza, non devi richiedere la nuova tessera perché ti viene spedita – a cura del Ministero dell’Economia e delle Finanze – al tuo indirizzo di residenza.
Posso utilizzare la tessera sanitaria per ricevere assistenza sanitaria nel mio paese di origine?
La tessera sanitaria italiana copre i servizi sanitari forniti in Italia. Se hai bisogno di ricevere assistenza sanitaria nel tuo paese di origine, dovrai verificare le regole del sistema sanitario del tuo paese.
ISEE
DOMANDA
RISPOSTA
Cos’è l’ISEE in Italia?
L’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. È un indicatore, cioè un numero, in un documento che attesta la situazione economica complessiva di un nucleo familiare o di una persona. Si calcola ogni anno sulla base dei redditi, del patrimonio e di altri elementi. L’ISEE serve a stabilire in modo equo la partecipazione al costo delle prestazioni sociali e sociosanitarie o ai servizi di pubblica utilità delle persone residenti in Italia.
L’ISEE non corrisponde solo a una somma numerica, ma considera anche variabili non matematiche (come il numero di persone all’interno del nucleo familiare o l’eventuale presenza di persone con disabilità): è normale che due famiglie diverse, ma con lo stesso livello di ricchezza, avranno due indicatori ISEE diversi.
Chi può richiedere l’ISEE?
L’ISEE può essere richiesto da cittadini italiani e stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, indipendentemente dal loro status: lavoratore dipendente, lavoratore autonomo, studente, disoccupato, ecc. È importante ricordare che alcuni benefici e agevolazioni potrebbero essere riservati solo a cittadini italiani oppure solo a cittadini stranieri con alcuni requisiti di residenza.
Come si calcola l’ISEE?
Per calcolare e ottenere l’ISEE è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) sulla base di molte informazioni: il reddito familiare (redditi da lavoro, pensioni o assegni, affitti, ecc.); il patrimonio immobiliare (abitazione e altri beni immobili) e mobiliare (soldi/denaro); i veicoli di proprietà (automobili); i componenti del nucleo familiare; altre eventuali informazioni.
L’ISEE ha validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione della DSU e va aggiornato ogni anno.
A cosa serve l’ISEE?
L’ISEE viene utilizzato dallo Stato italiano o da altri enti pubblici o privati convenzionati per verificare se una persona o una famiglia può beneficiare di agevolazioni, sconti o servizi, ad esempio: sconti sulle bollette del gas, dell’acqua o dell’energia elettrica; sconti sui trasporti pubblici; agevolazioni per persone con disabilità; prestazioni e bonus; riduzioni dei contributi per la mensa e il trasporto scolastico, l’accesso all’asilo nido e alla scuola per l’infanzia; sconti sulle tasse universitarie e borse di studio; e altre prestazioni sociali e assistenziali.
Come posso richiedere l’ISEE?
Per richiedere l’ISEE, è possibile rivolgersi ai CAF (Centri di Assistenza Fiscale) presenti sul territorio, che offrono assistenza gratuita nella compilazione delle pratiche. È necessario prendere appuntamento e chiedere l’elenco dei documenti necessari, come la dichiarazione dei redditi, i documenti che attestano il patrimonio e gli eventuali altri documenti richiesti, in base alla situazione economica. In tutti i CAF l’assistenza per la compilazione e trasmissione dell’ISEE è gratuita. Se lo stesso nucleo familiare presenta nello stesso anno un nuovo ISEE, i CAF possono chiedere il pagamento massimo di 25 euro.
Per le attività della vita quotidiana (curarsi, studiare, lavorare, abitare una casa, spostarsi) è necessario rispettare le regole che fanno funzionare i servizi e avere i documenti necessari per accedere a questi servizi.
È un sistema complesso, ma, se impari a conoscerlo, potrai ottenere i documenti utili a costruire e conservare un percorso regolare.
Ogni paese ha le proprie leggi e procedure, pertanto è importante informarti per esercitare i tuoi diritti in Italia.
Puoi anche rivolgerti ad una delle molte associazioni ed enti pubblici e privati – attivi su tutto il territorio italiano – che aiutano gratuitamente il pubblico.
Permesso di soggiorno
DOMANDA
RISPOSTA
Cosa è il permesso di soggiorno?
Il permesso di soggiorno è l’autorizzazione – rilasciata dalle autorità italiane (Polizia) alle persone non europee – a vivere legalmente in Italia per un determinato periodo di tempo e per un motivo specifico, dopo il loro ingresso legale (con visto o perché entrate in circostanze specifiche). Il permesso di soggiorno è fondamentale per stabilirsi in Italia e permette di accedere e usufruire dei diritti e servizi.
Quali tipi di permesso di soggiorno ci sono?
Esistono diversi tipi di permesso di soggiorno: per lavoro, per studio, per motivi familiari, per protezione internazionale (asilo, protezione sussidiaria), protezione speciale, motivi di salute e per altri motivi.
Come posso richiedere il permesso di soggiorno?
La richiesta del permesso di soggiorno deve essere presentata all’ufficio della Questura (Polizia di Stato) responsabile del tuo territorio) entro 8 giorni dall’ingresso in Italia. Puoi andare personalmente all’Ufficio Immigrazione o a un ufficio postale (Poste italiane) per la procedura postale. Dovrai compilare il modulo di richiesta, allegare la documentazione specifica per il tipo di permesso che puoi richiedere. La Questura o l’Ufficio postale rilasciano una ricevuta che prova che hai richiesto il permesso di soggiorno e indica un numero di pratica o assicurata. Questa ricevuta è molto importante, quindi proteggila affinché non si danneggi. Puoi monitorare on line i passaggi della procedura per ritirare il documento finale o conoscere l’esito della tua richiesta.
Quali sono i documenti necessari per richiedere il permesso di soggiorno?
Per richiedere il permesso di soggiorno servono il documento di identità (generalmente il passaporto valido e, se previsto, il visto di ingresso) oltre ad una serie di documenti o certificati che dipendono dal motivo del tuo soggiorno in Italia: foto, contratto di lavoro o certificato del corso di studio, richiesta di asilo, documentazione medica, certificati relativi alla composizione familiare, documenti dei familiari, ecc.) e il pagamento di relative tasse, se previste nel tuo caso.
Ogni straniero che richiede il permesso di soggiorno è sottoposto dalla Polizia a rilievi fotodattiloscopici e segnaletici attraverso le impronte digitali e le foto della persona (in base all’art 5, comma 2bis del Testo Unico Immigrazione). Solo nel caso del permesso di soggiorno per “richiesta di asilo”, non è necessario avere un documento di identità valido. In questi casi la Polizia registra le impronte digitali e le foto della persona che fa richiesta e le collega all’identità dichiarata, in base ad una legge europea che istituisce Eurodac.
Per ogni richiesta di permesso di soggiorno è importante verificare prima se hai tutti i requisiti e i documenti necessari per il tuo caso. Puoi anche chiedere aiuto alle associazioni che assistono i migranti presenti dove ti trovi (per Roma vedi qui).
Quanto tempo è valido il permesso di soggiorno in Italia?
La durata del permesso di soggiorno varia a seconda del tipo e del motivo per cui è stato rilasciato: da alcuni mesi fino a diversi anni. È importante verificare la durata del tuo permesso di soggiorno ed è necessario richiederne il rinnovo almeno 60 giorni prima della scadenza, per continuare a risiedere legalmente in Italia. Riceverai una ricevuta che dimostra la procedura di rinnovo del tuo permesso di soggiorno. Se chiedi il rinnovo dopo 60 giorni che il tuo permesso di soggiorno è scaduto rischi l’espulsione perché diventi irregolare (art 13 del Testo Unico Immigrazione).
Quali sono i diritti e gli obblighi associati al permesso di soggiorno?
Con il permesso di soggiorno hai una serie di diritti come il diritto al lavoro, allo studio, di accedere ai servizi sanitari, sociali, giudiziari, aprire un conto bancario, postale, etc. allo stesso tempo prevede una serie di obblighi da rispettare in base alle leggi e alle regole. È importante rinnovare il permesso di soggiorno nei tempi stabiliti di validità e non oltre 60 giorni dalla scadenza per garantirti questi diritti. Dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno rinnovato ricordati di segnalare se hai cambiato indirizzo di residenza (vai alle domande sulla residenza). Stai attento a rispettare le norme fiscali e tributarie, anche con l’aiuto di un CAF o un Patronato (art 6 del Testo Unico Immigrazione).
Posso trasformare il mio permesso di soggiorno a scadenza in un permesso permanente?
Sì, è possibile richiedere un permesso di soggiorno di lungo periodo. È il Permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, valido 10 anni anche per risiedere in un altro Paese dell’Unione Europea. Si ottiene dopo aver maturato alcuni requisiti basati sulla durata del soggiorno, la disponibilità di un reddito e di una casa idonea in Italia. Sono previste alcune esenzioni dei requisiti previsti, a seconda del tuo status e del tipo di permesso di soggiorno che hai ottenuto nei 5 anni precedenti alla richiesta (art 9 del Testo Unico Immigrazione).
Quanto tempo è necessario per ottenere il permesso di soggiorno?
I tempi previsti dalla legge per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno sono 60 giorni, o, se il permesso di soggiorno è rilasciato in formato elettronico, entro 45 giorni. Nell’attuale organizzazione delle Questure, soprattutto in alcune grandi città, questi giorni non sono sempre rispettati e purtroppo l’attesa può raggiungere diversi mesi: può dipendere dalla tua situazione personale e/o dall’ufficio di competenza. Durante l’attesa avrai comunque la ricevuta che dimostra che hai regolarmente presentato la richiesta di rilascio o di rinnovo del permesso. È consigliabile controllare e monitorare on line lo stato della tua pratica o rivolgerti all’ufficio competente per avere informazioni più precise (art 5 comma 9 del Testo Unico Immigrazione).
Residenza
DOMANDA
RISPOSTA
Cosa è la residenza e a cosa serve?
La legge impone ad ogni persona, italiana o straniera, di registrarsi (con le persone della famiglia che vivono insieme) presso l’Anagrafe -un ufficio del Comune dove si vive- in base alla dimora abituale o al domicilio. È necessario comunicare anche ogni variazione di indirizzo, per esempio se si cambia abitazione. L’iscrizione di residenza all’Anagrafe è un diritto, ma anche un dovere dello straniero, alle stesse condizioni del cittadino italiano (art 6, comma 7 del Testo Unico Immigrazione).
L’iscrizione in Anagrafe è la condizione fondamentale per esercitare diritti come il supporto economico di assistenza sociale, la disponibilità di assistenza sanitaria (un medico di base, in un ospedale, per malattia o per infortunio), l’iscrizione a scuola o a corsi di formazione, l’accesso alla giustizia, l’acquisto della cittadinanza italiana, ecc.
Come straniero iscritto in Anagrafe hai anche l’obbligo di rinnovare all’ufficiale di anagrafe la dichiarazione di dimora abituale nel Comune entro 60 giorni dal rinnovo del permesso di soggiorno, per confermare o cambiare l’indirizzo dove sei reperibile. Durante la procedura di rinnovo del permesso di soggiorno non puoi essere cancellato dalla residenza.
Come chiedo la residenza anagrafica e come la dimostro?
Per ottenere la registrazione della residenza devi recarti all’ufficio Anagrafe del Comune in cui hai deciso di vivere, facendo vedere di avere già il permesso di soggiorno valido o la ricevuta che dimostra che hai chiesto il permesso di soggiorno. Se il domicilio da dichiarare in Anagrafe è diverso da quello dichiarato nel permesso di soggiorno, perché si trova in una città diversa e in una provincia diversa da quella in vivi, devi comunicarlo anche alla Questura della nuova città o provincia.
Per chiedere la residenza anagrafica devi avere il permesso di soggiorno, i documenti che dimostrano che hai una dimora abituale (attraverso un contratto di affitto o locazione, una cessione di fabbricato o dichiarazione di ospitalità), oppure una dichiarazione di domicilio, se sei alloggiato in un centro di accoglienza, oppure, se sei senza dimora, hai una dichiarazione di presa in carico da parte di una associazione o servizio sociale del territorio in cui vivi.
L’iscrizione di residenza all’Anagrafe dichiara dove vivi e sei reperibile in Italia, determinando anche la competenza della Questura che controlla il territorio, sulla base di quanti stranieri regolari sono presenti. Se il permesso di soggiorno è stato rilasciato da una Questura di una città diversa, devi chiedere di aggiornare il permesso di soggiorno con il nuovo indirizzo per il quale chiederai poi all’Anagrafe la residenza. La registrazione della residenza anagrafica, infatti, è valida perché accompagnata dal permesso di soggiorno o durante la sua richiesta di rinnovo, e permette di esercitare i diritti collegati alla regolarità in Italia (diritti economici, sociali, culturali, di acquisto della cittadinanza italiana).
Qual è la procedura per ottenere la residenza anagrafica?
Dal 2016 la richiesta di iscrizione di residenza prevede anche una modalità telematica con servizi digitali. La dichiarazione anagrafica può essere fatta di fronte all’ufficiale d’anagrafe, oppure inviata -insieme ai documenti necessari-, in allegato a una e-mail o PEC o via fax, o per raccomandata, o mediante la compilazione del modulo elettronico disponibile sul sito ufficiale del Comune. In questo caso devi avere il tuo SPID o CIE (vedi le domande su CIE-carta d’identità).
Secondo la legge, entro 2 giorni lavorativi dalla tua dichiarazione, l’ufficiale d’anagrafe effettua l’iscrizione o registra il cambiamento anagrafico che hai dichiarato. Entro 45 l’ufficiale di anagrafe potrebbe chiederti una integrazione (di documenti o di ulteriori dichiarazioni) attraverso un “preavviso di rigetto” (art.10-bis della legge n.241 del 1990). Potresti ricevere una risposta negativa alla richiesta di iscrizione di residenza (se non hai fornito le informazioni richieste o se queste sono insufficienti). Se invece sono passati 45 giorni e non hai ricevuto alcun “preavviso di rigetto”, la tua iscrizione di residenza si considera accettata e registrata.
In realtà, purtroppo, questa procedura può diventare molto più lunga di 45 giorni: è molto importante mantenere un contatto costante con l’ufficio anagrafico (anche on line) fino a quando il procedimento sarà concluso e potrai ottenere il certificato di residenza. Puoi sempre rivolgerti alle associazioni che aiutano i migranti per ricevere supporto e informazioni adeguate (per Roma vedi qui).
Cosa devo fare se cambio indirizzo di residenza?
Se cambi indirizzo di residenza all’interno dello stesso Comune, dovrai comunicare la variazione all’ufficio anagrafe dello stesso Comune entro 20 giorni dalla data di trasferimento. L’ufficio provvederà ad aggiornare il tuo certificato di residenza con il nuovo indirizzo. Se ti sposti in un nuovo Comune di un’altra provincia italiana, dovrai comunicarlo prima di tutto alla Questura di competenza per annotarlo sul permesso di soggiorno e poi al Comune.
Perché è importante avere la residenza anagrafica e mantenerla?
Se avere il permesso di soggiorno valido e rinnovabile consente di mantenere la regolarità in Italia, essere registrati all’Anagrafe con la residenza permette di maturare ulteriori diritti legati agli anni di soggiorno in Italia, come ad esempio: richiedere una casa popolare (edilizia residenziale pubblica) che alcuni Comuni mettono a disposizione di italiani e stranieri residenti da un certo numero di anni; maturare i requisiti per avere l’assegno sociale dopo i 65 anni di età; maturare il diritto a diventare lungo soggiornante; poter chiedere la cittadinanza italiana; ecc.
Posso utilizzare il certificato di residenza come documento di identità?
No, il certificato di residenza non è un documento di identità. È solo la certificazione che hai formalmente registrato la residenza e hai un indirizzo dove abitualmente sei reperibile, anche per la posta e comunicazioni varie. Per l’identificazione degli stranieri è necessario disporre di un documento d’identità – solitamente il passaporto valido- e, in alcuni casi particolari, il permesso di soggiorno. Questo è un documento valido di identificazione – al posto del passaporto – perché documento munito di fotografia del titolare e rilasciato, su supporto cartaceo, magnetico o informatico, da una pubblica amministrazione italiana o di altri Stati, che consenta l’identificazione personale del titolare (art 1 DPR 28 dicembre 2000, n. 445).
In quali casi potrei perdere la residenza?
Puoi essere cancellato dall’Anagrafe in alcuni casi:
▪ se, durante il periodo di iscrizione anagrafica come residente, risulti irreperibile durante ripetuti accertamenti, opportunamente intervallati (art 11, comma 1 del regolamento anagrafico);
▪ se non hai rinnovato la dichiarazione di dimora abituale – dopo 6 mesi dalla scadenza del permesso o della carta di soggiorno – e il Comune ti ha inviato degli avvisi con l’invito a presentarti nei successivi 30 giorni.
In questi casi perdi anche il periodo di residenza maturato fino a quel momento. Dovrai quindi ricominciare con una nuova iscrizione anagrafica.
È un problema grave se perdo il certificato di residenza?
No, se perdi il certificato di residenza, puoi richiederlo all’ufficio anagrafe del Comune: è il documento che dimostra che sei iscritto all’Anagrafe. Gli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno e registrati all’Anagrafe possono avvalersi dell’autocertificazione della residenza. Questa “dichiarazione sostitutiva di certificato” è ammessa per la residenza perché si tratta di comprovare stati, fatti e qualità personali certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici o privati italiani. Questo è possibile grazie alla “decertificazione” e semplificazione dei rapporti fra la pubblica amministrazione italiana e cittadini e residenti regolari.
È importante sapere che dal 1° gennaio 2012 non hai più bisogno di mostrare il certificato di residenza ad altri uffici pubblici. Il certificato di residenza serve solo nei rapporti tra privati.
La residenza è necessaria per aprire un conto bancario o postale di base?
No, la residenza non è un requisito necessario, anche se è importante. Per la Banca o la Posta è fondamentale identificare la persona che chiede l’apertura di un conto bancario base o di un conto postale Base BancoPosta (inclusa la carta prepagata Postepay Standard). Per questo ti sarà richiesto il permesso di soggiorno valido (o la ricevuta della richiesta di rinnovo). Ogni persona legalmente soggiornante può chiedere l’apertura di un conto, senza bisogno di avere una residenza anagrafica, né la carta di identità rilasciata dal Comune, quindi a prescindere dal luogo di residenza. L’Associazione Bancaria Italiana e le Poste italiane hanno ribadito questi chiarimenti durante il 2021.
Codice Fiscale
DOMANDA
RISPOSTA
Cos’è il codice fiscale?
Il codice fiscale è un codice alfanumerico univoco utilizzato in Italia per identificare le persone fisiche, sia italiane che straniere ai fini fiscali. Il codice fiscale è necessario per moltissime attività della vita quotidiana, come pagare le tasse, aprire un conto bancario o postale, iscriversi a scuola o a un corso, stipulare contratti di lavoro o di locazione (affittare una casa) e accedere ai servizi pubblici, ecc.
L’Ufficio responsabile del rilascio del codice fiscale è l’Agenzia delle Entrate.
A questo link trovi una breve guida plurilingue al codice fiscale per gli stranieri.
Cosa devo fare per avere il codice fiscale?
La Questura attribuisce il codice fiscale alla persona straniera che richiede il permesso di soggiorno in Italia o il suo rinnovo, rispettando le regole dell’Agenzia delle Entrate.
Gli sportelli unici per l’immigrazione attribuiscono il codice fiscale ai cittadini stranieri che presentano domanda di ingresso nel territorio italiano e il permesso di soggiorno per lavoro subordinato o per ricongiungimento familiare.
Cosa devo fare se perdo il mio codice fiscale?
In caso di smarrimento del tuo codice fiscale puoi richiedere il duplicato (cioè una copia) rivolgendoti agli uffici dell’Agenzia delle Entrate o attraverso i servizi online di questa Agenzia. È possibile ottenere un duplicato del codice fiscale presentando il documento di identità e compilando l’apposito modulo previsto (mod. AA4/8 – pdf). Puoi anche richiedere assistenza presso i CAF (Centri di Assistenza Fiscale).
Cosa devo fare se nel mio codice fiscale ci sono errori?
Se il tuo nome o la data di nascita sono stati registrati in modo errato nel codice fiscale, puoi chiedere la correzione un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, presentando un documento di identità/permesso di soggiorno e il modulo di richiesta mod. AA4/8 – pdf, compilato e firmato. Eventualmente, se puoi, mostrare il certificato di nascita o il passaporto (se lo hai). L’Agenzia delle Entrate correggerà il tuo nome nel codice fiscale e ti darà una versione corretta.
Posso utilizzare in Italia un codice fiscale del mio paese di origine?
No, devi ottenere un codice fiscale italiano perché il codice fiscale del tuo paese di origine non è valido o riconosciuto in Italia.
Cosa devo fare se voglio aprire un conto bancario o postale in Italia?
Prima di recarti presso la banca o la posta che hai scelto per aprire un conto bancario o postale in Italia, devi avere: il codice fiscale italiano; il permesso di soggiorno valido; il passaporto (se disponibile). La banca che hai scelto potrebbe chiederti documentazione integrativa. Il personale bancario o postale ti guiderà nel processo di apertura del conto. Non è necessaria la residenza anagrafica per l’apertura del conto, ma se l’hai già è utile attestarla con un certificato o una autocertificazione.
Come posso verificare se il mio codice fiscale è valido?
Puoi verificare la validità del tuo codice fiscale utilizzando il servizio online dell’Agenzia delle Entrate chiamato Verifica e calcolo del codice fiscale. Accedi al link indicato e inserisci il tuo codice fiscale nel campo dedicato. Il sistema verificherà la correttezza del codice fiscale e fornirà informazioni aggiuntive, come la data di nascita e il sesso associati al codice.
Quali sono le informazioni personali contenute nel codice fiscale?
Il codice fiscale italiano contiene informazioni personali riferibili al tuo nome, alla tua data di nascita, il tuo sesso e il codice del comune o stato estero di nascita. Questi dati sono stati sostituiti da una sequenza alfanumerica (cioè di lettere e numeri) generata in modo univoco.
Cosa devo fare se voglio cambiare il mio codice fiscale?
Il cambio di codice fiscale è un’operazione molto rara e generalmente non è possibile. Tuttavia, in casi eccezionali come errori gravi o violazioni della privacy, è possibile richiedere la modifica del codice fiscale all’Agenzia delle Entrate. È necessario presentare una richiesta formale con la documentazione appropriata che dimostri la necessità del cambiamento. L’Agenzia delle Entrate valuterà la richiesta e deciderà se è possibile procedere con il cambio del codice fiscale.
Carta d’identità
DOMANDA
RISPOSTA
Cosa è la carta di identità?
È il documento principale di identificazione con fotografia del titolare, che ha lo scopo di dimostrare l’identità personale del suo titolare. Per gli stranieri dimostra anche la regolarità di residenza in Italia, se accompagnato da un permesso di soggiorno valido. Può essere rilasciata solo dalle amministrazioni dello Stato, o dai Ministeri e/o dal Sindaco. Agli stranieri serve per accedere ai servizi pubblici e privati e per viaggiare all’interno dell’Italia, mentre non ha validità per viaggiare all’estero. Per gli stranieri la carta d’identità è valida finché è valido il loro permesso di soggiorno.
Come posso avere la carta d’identità?
Se hai già ottenuto la registrazione anagrafica come residente, puoi richiedere, sempre all’Ufficio dell’Anagrafe, anche la carta di identità italiana.
Devi presentare il permesso di soggiorno, il passaporto e la ricevuta del pagamento di una tassa amministrativa.
Cosa è la Carta di identità elettronica, CIE?
La CIE (Carta d’identità elettronica) è il nuovo documento di identificazione rilasciato ai cittadini italiani, comunitari e stranieri, al posto della vecchia carta d’identità cartacea. La Carta d’Identità Elettronica può essere utilizzata sia come documento di identificazione, sia per accedere ai siti della Pubblica Amministrazione con la propria identità digitale, mediante l’apposita applicazione CIE ID.
Cosa devo fare se perdo la mia carta di identità?
Se perdi la carta di identità, devi immediatamente presentare la denuncia di smarrimento presso la stazione dei Carabinieri o il Commissariato di polizia più vicino che ti darà una copia del documento di denuncia. Dopo potrai andare all’ufficio Anagrafe del Comune per richiedere il duplicato della tua carta di identità e dovrai fornire la fotocopia della denuncia; una foto recente e la ricevuta di pagamento della tassa per ottenere il duplicato.
Posso utilizzare la mia carta di identità italiana come documento di viaggio?
No, per i cittadini di un Paese terzo la carta di identità -anche in formato elettronico (CIE) – non è un documento di viaggio valido per lasciare l’Italia o per viaggiare all’interno dell’Unione. Il documento di viaggio necessario è il passaporto nazionale valido.
Quanto tempo è valida la carta di identità italiana?
La carta di identità italiana è valida per 10 anni dalla data di emissione, per i maggiori di 18 anni, mentre per i minori di 18 anni è valida per 5 anni. Al termine della validità, sarà necessario rinnovarla presso l’ufficio Anagrafe del Comune di residenza.
Cosa devo fare se cambio indirizzo di residenza?
Se cambi residenza, devi comunicare la variazione all’ufficio Anagrafe del nuovo Comune entro 20 giorni dalla data di trasferimento. Sarà necessario richiedere l’aggiornamento della carta di identità con l’aggiornamento del nuovo indirizzo di residenza.
Cosa devo fare se voglio correggere i miei dati (nome o cognome o data di nascita)?
Se vuoi far correggere il nome o cognome o la data di nascita mentre sei in Italia, dovrai seguire una procedura di rettifica. Prima dovrai chiedere al tuo Consolato un’attestazione per dimostrare che la vecchia e la nuova identità corrispondono alla stessa persona. Poi dovrai presentare la documentazione all’ufficio Anagrafe del Comune per richiedere la variazione con i dati aggiornati e corretti.
Posso richiedere la carta di identità italiana anche se sono richiedente asilo?
Solo per i richiedenti asilo in possesso dell’attestato nominativo, che è permesso di soggiorno temporaneo, la carta di identità di validità limitata al territorio nazionale e della durata di tre anni (come previsto dalla Circolare n 11 bis del 27/10/2020) è rilasciata, al momento in forma cartacea. Questo è possibile durante la procedura, cioè in attesa della risposta, da parte della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, che sta esaminando la richiesta di riconoscimento di asilo.
Tessera sanitaria
DOMANDA
RISPOSTA
Cosa è la tessera sanitaria?
La tessera sanitaria, o “Carta Nazionale dei Servizi” (CNS), è la carta magnetica con microchip che contiene i dati personali dell’individuo e le informazioni necessarie per accedere ai servizi sanitari in Italia. È un documento fondamentale per il medico curante, per acquistare le medicine, prenotare gli esami clinici o le visite specialistiche all’ASL o in ospedale. La tessera serve anche per comunicare il proprio codice fiscale. I cittadini stranieri, prima di chiedere la tessera sanitaria, devono iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La tessera sanitaria è gratuita.
Chi può iscriversi al Servizio sanitario nazionale (SSN) e avere la tessera sanitaria?
Chi è titolare di permesso di soggiorno e svolge regolare attività di lavoro dipendente o autonomo; chi soggiorna regolarmente in Italia o ha richiesto il rinnovo del permesso di soggiorno per: lavoro dipendente o autonomo, motivi familiari, asilo, protezione sussidiaria, protezione speciale, cure mediche (ai sensi dell’art.19, comma 2, lettera d-bis del decreto legge n. 286/1998), richiesta di asilo, attesa di adozione, affidamento, acquisto della cittadinanza. Sono inclusi i familiari a carico di queste persone che soggiornano regolarmente in Italia.
Gli altri cittadini di Paesi terzi con permesso di soggiorno per un periodo superiore a 3 mesi (che non rientrano nelle tipologie descritte sopra), non sono obbligati a iscriversi al SSN, ma possono iscriversi volontariamente, pagando un contributo forfettario annuale (trovi i dettagli alla pagina Come fare l’iscrizione volontaria al SSN).
Lo straniero che non è in regola con il permesso di soggiorno in Italia ha diritto, comunque, alle cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali (anche se continuative), alle cure per malattia e infortunio nelle strutture pubbliche o private convenzionate. Deve richiedere all’ASL il “codice regionale STP” (Straniero Temporaneamente Presente), una tessera sanitaria per lo straniero irregolare valida 6 mesi, eventualmente rinnovabile. In questi casi la tutela della salute dello straniero non regolarmente soggiornante è considerata prioritaria rispetto all’interesse a regolarizzare la propria permanenza in Italia. È previsto un divieto di segnalazione alle autorità da parte dei sanitari che abbiano in cura lo straniero irregolare, in modo tale che sia garantita una protezione effettiva della persona e della sua integrità.
Come posso ottenere la tessera sanitaria in Italia?
Per iscriverti al Servizio Sanitario Nazionale e ottenere la tessera sanitaria, devi recarti presso l’ufficio dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) del luogo dove vivi (indicato nel permesso di soggiorno), presentando il tuo permesso di soggiorno -o la ricevuta della presentazione della richiesta per il rilascio o il rinnovo del permesso-, il codice fiscale (anche provvisorio se non hai ottenuto ancora il rilascio del permesso di soggiorno) e un documento di identità. Compilerai l’apposito modulo di richiesta e l’ASL provvederà a rilasciare la tessera sanitaria.
La tessera ha la stessa validità della durata del permesso di soggiorno e viene spedita al domicilio fiscale del cittadino (quello registrato nella banca dati dell’Agenzia delle Entrate). Se il cittadino ha cambiato domicilio, prima di andare all’ASL per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, deve comunicare la nuova residenza.
Come utilizzo la tessera sanitaria per accedere ai servizi?
Quando accedi agli sportelli dei servizi sanitari pubblici o privati convenzionati o in farmacia, ti viene chiesto di presentare la tessera sanitaria. La tessera viene letta da un’apposita macchina che permette al personale sanitario di erogarti i servizi richiesti, come visite mediche, esami diagnostici, ricette o prenotazioni.
A cosa serve la tessera sanitaria?
La tessera sanitaria ti permette di accedere gratuitamente o a costi ridotti ai servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale. Questi servizi includono visite mediche, acquisto di farmaci, ricette, esami diagnostici, interventi chirurgici e cure ospedaliere. Ricorda che alcuni servizi specialistici o trattamenti particolari potrebbero richiedere di pagare un ticket, cioè un contributo in danaro.
Cosa devo fare se perdo la mia tessera sanitaria?
Se perdi la tua tessera sanitaria, è necessario segnalarlo immediatamente all’ufficio dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) o all’Agenzia delle Entrate che l’ha emessa.
Per richiedere il duplicato della Tessera sanitaria sono disponibili diverse modalità: on line, con e-mail o PEC, mediante richiesta in un ufficio dell’Agenzia delle entrate o alla propria ASL.
Cosa devo fare quando scade la tessera sanitaria?
La tessera sanitaria normalmente è valida 6 anni o per la durata del permesso di soggiorno. Alla scadenza, se non hai perso il diritto all’assistenza, non devi richiedere la nuova tessera perché ti viene spedita – a cura del Ministero dell’Economia e delle Finanze – al tuo indirizzo di residenza.
Posso utilizzare la tessera sanitaria per ricevere assistenza sanitaria nel mio paese di origine?
La tessera sanitaria italiana copre i servizi sanitari forniti in Italia. Se hai bisogno di ricevere assistenza sanitaria nel tuo paese di origine, dovrai verificare le regole del sistema sanitario del tuo paese.
ISEE
DOMANDA
RISPOSTA
Cos’è l’ISEE in Italia?
L’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. È un indicatore, cioè un numero, in un documento che attesta la situazione economica complessiva di un nucleo familiare o di una persona. Si calcola ogni anno sulla base dei redditi, del patrimonio e di altri elementi. L’ISEE serve a stabilire in modo equo la partecipazione al costo delle prestazioni sociali e sociosanitarie o ai servizi di pubblica utilità delle persone residenti in Italia.
L’ISEE non corrisponde solo a una somma numerica, ma considera anche variabili non matematiche (come il numero di persone all’interno del nucleo familiare o l’eventuale presenza di persone con disabilità): è normale che due famiglie diverse, ma con lo stesso livello di ricchezza, avranno due indicatori ISEE diversi.
Chi può richiedere l’ISEE?
L’ISEE può essere richiesto da cittadini italiani e stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, indipendentemente dal loro status: lavoratore dipendente, lavoratore autonomo, studente, disoccupato, ecc. È importante ricordare che alcuni benefici e agevolazioni potrebbero essere riservati solo a cittadini italiani oppure solo a cittadini stranieri con alcuni requisiti di residenza.
Come si calcola l’ISEE?
Per calcolare e ottenere l’ISEE è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) sulla base di molte informazioni: il reddito familiare (redditi da lavoro, pensioni o assegni, affitti, ecc.); il patrimonio immobiliare (abitazione e altri beni immobili) e mobiliare (soldi/denaro); i veicoli di proprietà (automobili); i componenti del nucleo familiare; altre eventuali informazioni.
L’ISEE ha validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione della DSU e va aggiornato ogni anno.
A cosa serve l’ISEE?
L’ISEE viene utilizzato dallo Stato italiano o da altri enti pubblici o privati convenzionati per verificare se una persona o una famiglia può beneficiare di agevolazioni, sconti o servizi, ad esempio: sconti sulle bollette del gas, dell’acqua o dell’energia elettrica; sconti sui trasporti pubblici; agevolazioni per persone con disabilità; prestazioni e bonus; riduzioni dei contributi per la mensa e il trasporto scolastico, l’accesso all’asilo nido e alla scuola per l’infanzia; sconti sulle tasse universitarie e borse di studio; e altre prestazioni sociali e assistenziali.
Come posso richiedere l’ISEE?
Per richiedere l’ISEE, è possibile rivolgersi ai CAF (Centri di Assistenza Fiscale) presenti sul territorio, che offrono assistenza gratuita nella compilazione delle pratiche. È necessario prendere appuntamento e chiedere l’elenco dei documenti necessari, come la dichiarazione dei redditi, i documenti che attestano il patrimonio e gli eventuali altri documenti richiesti, in base alla situazione economica. In tutti i CAF l’assistenza per la compilazione e trasmissione dell’ISEE è gratuita. Se lo stesso nucleo familiare presenta nello stesso anno un nuovo ISEE, i CAF possono chiedere il pagamento massimo di 25 euro.